Sondrio, “parchi vietati ai migranti”. Poi il dietrofront

di redazione Blitz
Pubblicato il 23 Marzo 2016 - 11:19 OLTRE 6 MESI FA
Sondrio, "parchi vietati ai migranti". Poi il dietrofront

Sondrio, “parchi vietati ai migranti”. Poi il dietrofront

SONDRIO – “Vietati ai migranti parchi e strutture pubbliche per le famiglie. Vietato anche passeggiare in gruppi di più di cinque persone”: fa discutere la circolare diramata lo scorso 11 marzo dalla prefettura di Sondrio. Fa discutere tanto che l’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) scrive al Ministero dell’Interno, prospettando azioni legali, e il prefetto fa marcia indietro e parla di “mero errore materiale”.

La disputa è andata in scena in Valtellina, dove vivono oltre cinquecento richiedenti asilo, per lo più arrivati dall’Africa subsahariana, che sono ospitati in alcuni alberghi di Cosio, Sondalo, Bormio e Aprica e in alcuni appartenenti di proprietà della Caritas e di altre associazioni, in diverse località della provincia di Sondrio, spiega Andrea Sceresini su La Stampa.  

La convivenza non ha mai dato particolari problemi, a sentire le voci degli abitanti della zona raccolte proprio da Sceresini. Eppure l’11 marzo scorso la prefettura di Sondrio ha diramato la poi discussa circolare diretta alle strutture che ospitano migranti e che recitava:

“Evitare la frequentazione di parchi giochi o strutture pubbliche destinate a bambini e famiglie, ad eccezione di iniziative concordate dal gestore della struttura con le associazioni locali. Evitare di passeggiare per il paese in gruppi numerosi di ospiti, limitarsi a gruppi ristretti di quattro o cinque persone; gruppi formati da numeri superiori dovranno essere accompagnati da personale idoneo”.

Molti abitanti si sono limitati a disapprovarla, qualcuno, come il proprietario dell’albergo di Cosio che ospita i rifugiati, Giulio Salvi, ricorda che

Nel maggio scorso, i cinquanta migranti presenti in questa struttura hanno firmato una petizione al Comune di Morbegno: chiedevano di lavorare gratuitamente per la collettività, proponendo l’eliminazione delle barriere architettoniche del paese. Il municipio non avrebbe dovuto pagare neanche un euro, perché il materiale ce lo saremmo procurato a spese nostre. Sarebbe stata una meravigliosa chance per promuovere l’integrazione di questi ragazzi. Le istituzioni locali non hanno nemmeno risposto, e sono già passati dieci mesi. Questi sono i veri guai. E’ su questo che bisognerebbe discutere”.

E c’è chi passa all’azione. L’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, infatti, dopo aver preso visione della circolare incriminata, ha inoltrato una lettera di protesta al ministero dell’Interno, prospettando azioni legali.

“Le limitazioni proposte dal prefetto di Sondrio appaiono manifestamente illegittime e lesive dei diritti fondamentali tutelati dalla normativa europea e dalla nostra costituzione, ha siegato alla Stampa Anna Baracchi, del servizio antidiscriminazione Asgi. Esse, riferendosi ai soli richiedenti asilo, rappresentano inoltre una palese lesione dei principi di uguaglianza e parità di trattamento”.

Poco dopo è arrivato il dietrofront della prefettura, come riferisce La Stampa:

«La circolare diretta ai responsabili delle strutture di accoglienza – recita la breve nota del prefetto – va intesa come non prodotta e sarà oggetto di totale revisione». Il precedente documento – redatto e diffuso undici giorni prima – sarebbe stato, sempre secondo quanto sottolineato dalla nota, frutto «di mero errore materiale».