Sorpresa: i campani contenti della gestione dei rifiuti

ROMA, 21 GIU – Il giudizio dei cittadini campani sui servizi di igiene ambientale e' allineato a quello delle Regioni settentrionali ed e' abbastanza buono: il 65% ritiene che la qualita' del servizio e' abbastanza buona. E' questa una delle sorprese che emerge dalla ricerca presentata oggi alla III Conferenza nazionale dei servizi pubblici locali e realizzata grazie alla collaborazione tra Confservizi e Assirm (Associazione di istituti di ricerche di mercato). Secondo lo studio, questo giudizio deriva dal fatto che i problemi che si riscontrano a Napoli e nel circondario sono ben compensati a livello regionale.

L'indagine e' stata basata su due campioni costituiti rispettivamente da 1002 cittadini, che hanno risposto ad un questionario telefonico e 229 aziende, che hanno risposto ad un questionario on line.

Le sorprese sono anche altre: per esempio il 55% dei cittadini del nord ovest troverebbe giustificato un aumento delle tariffe per una maggiore qualita' e sostenibilita' ambientale dei servizi pubblici. Al nord est i favorevoli ad un aumento delle tariffe salgono al 57% e al centro sono addirittura il 60% mentre solo il 48% dei cittadini del sud sarebbe disposto a pagare di piu' per avere un servizio migliore. Altra sorpresa sta ne fatto che i cittadini sono più ottimisti nei confronti dei servizi pubblici locali di quanto le stesse aziende che li gestiscono siano portate a credere. Insomma, e' chi paga le bollette, piuttosto che chi le incassa, a ritenere che il prezzo dei servizi non sia poi eccessivo: non a caso la ricerca e' stata intitolata "I servizi tra aziende e cittadini: un caso di strabismo percettivo".

Infine, quanto alla gestione dei servizi pubblici locali, l'ipotesi di aziende completamente private è auspicata solo da circa un cittadino su cinque. Così, per il 44% dei cittadini le aziende del trasporto dovrebbero essere gestite da enti completamente pubblici, il 45% pensa che debbano essere pubblici i servizi di igiene ambientale, l'erogazione del gas dovrebbe essere pubblica per il 43%, l'illuminazione per il 49%, l'energia elettrica per il 46% e l'erogazione dell'acqua dovrebbe essere pubblica per il 56%, dato che riflette il raggiunto dai referendum, in particolare dai quesiti sull'acqua.

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