ROMA – “Soter Mulè esce dal carcere e va agli arresti domiciliari, il reato è stato derubricato dal Gip a omicidio colposo”: parla Antonio Buttazzo, avvocato difensore dell’ingegnere romano di 42 anni accusato in un primo momento di omicidio preterintenzionale per la morte di Paola Caputo, studentessa di 24 anni originaria di Villa Baldassarri (Lecce).
“Mulè poteva avvalersi della facoltà di non rispondere – ha spiegato Buttazzo – invece ha scelto da subito di dare una sua versione dei fatti. Il giudice per le indagini preliminari, tenuto conto della piena collaborazione di Mulè con le indagini, ha derubricato il reato da omicidio preterintenzionale con custodia cautelare in carcere a omicidio colposo con custodia cautelare agli arresti domiciliari”.
Quindi non è stata presa in considerazione una eventuale pericolosità sociale dell’imputato: “Pericolosità? Non è stata neanche paventata – ha detto Buttazzo – per il solo fatto, che essendo stato declassato l’omicidio a ‘colposo’, non si è attribuita a Mulè nemmeno la volontà di provocare lesioni, figuriamoci quella di uccidere”.
Mulè lascia quindi il carcere di Regina Coeli e va a casa, in una difficile situazione psicologica: “È affranto per quello che è successo, preoccupato per la sorte dell’altra ragazza, la sopravvissuta. Non riesce a capacitarsi di quanto è accaduto venerdì notte, non aveva la minima intenzione di causare sofferenza, oltretutto per una pratica che aveva già sperimentato tante volte“.
A tal proposito l’avvocato Buttazzo tiene a precisare che “non si è trattato di Shibari, come è stato scritto sui giornali, ma di semplice bondage, cioè una pratica che non prevede raggiungimento dell’orgasmo. Sì è detto che erano sospese, ma le due ragazze avevano entrambe i piedi per terra. Solo dopo che una delle due è svenuta, l’altra ha staccato fatalmente i piedi da terra”.