Mulé: “Ho visto morire Paola, ma ho cercato di salvarla”

ROMA – Soter Mulé è stato accusato di omicidio colposo per la morte di Paola Caputo, 24 anni, durante un gioco erotico di bondage a tre, in cui è rimasta ferita anche Federica F., 23 anni. Davanti al gip Marco Mancinetti l’ingegnere ha raccontato in lacrime come ha visto morire Paola e cosa ha fatto per salvare le ragazze, con cui aveva un flirt e che conosceva da tempo, e ricostruisce quanto accaduto quella tragica notte,

Mulé e le ragazze si conoscevano da tempo e quella sera si erano incontrati ad un bar della Casilina, per poi recarsi al garage. Le ragazze avevano chiesto a Mulé di sperimentare quella tecnica, una “pratica che non è finalizzata al piacere sessuale”, poiché il godimento deriva dalla visione dell’immagine costruita.

L’ingegnere spiega in lacrime: “So che ora, col senno di poi, può sembrare molto pericoloso, ma non era finalizzato allo strozzamento delle due ragazze, il nodo attorno al collo non doveva essere un cappio”, anzi tali nodi sono fatti apposta per essere slegati in caso che manchi il respiro.

Le ragazze iniziano il gioco legate con corde non scorsoie e i piedi poggiati a terra, con Mulé nel ruolo di osservatore, che precisa che “non doveva essere un dondolo”, ma qualcosa non va: Paola ha un malore e si accascia al suolo, Federica rimane con i piedi sospesi da terra. “Sono corso in macchina a prendere il coltello, ero in preda al panico”, dichiara l’uomo.

Non riesce a salvare le due ragazze, cerca i soccorsi e si precipita fuori dal garage, dove il telefono cellulare non aveva segnale, per chiamare i soccorsi: diverse telefonate al 113 e al 118 in cui non riesce a spiegare quanto accaduto e a sollecitare i soccorsi. Racconta tra le lacrime al gip come un gioco erotico si sia trasformato in tragedia.

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