Soter Mulè, pena ridotta a 3 anni: conferma dalla Cassazione

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Settembre 2016 - 15:11 OLTRE 6 MESI FA
Soter Mulè, pena ridotta a 3 anni: conferma dalla Cassazione

Soter Mulè, pena ridotta a 3 anni: conferma dalla Cassazione

ROMA – Riduzione della condanna per Soter Mulè. L’ingegnere di 48 anni accusato di omicidio colposo per la morte di una ragazza durante un gioco erotico ha ottenuto una riduzione della pena da 4 anni e 8 mesi a 3 anni di carcere. La Cassazione ha stabilito che le due giovani che hanno preso parte al gioco di bondage giapponese finito in tragedia nella notte tra il 9 e il 10 settembre 2011 erano consenzienti e tenuto conto che Soter Mulè, dopo essersi accorto di quanto stava accadendo, ha prestato i primi soccorsi e richiesto l’arrivo di un’ambulanza. La Procura ha sempre sostenuto la tesi della volontarietà, ma la Cassazione ha confermato e accolto la linea difensiva di Mulè (assistito dall’avvocato Antonio Buttazzo), che hanno dimostrato la tesi dell’omicidio colposo.

I giudici della Cassazione hanno dunque respinto il ricorso del Pg di Roma e dei familiari della ragazza rimasta soffocata, che avevano chiesto il ripristino di una pena più severa dopo che nel maggio 2015 la Corte d’Assise d’appello di Roma aveva ridotto gli anni di carcere. La riduzione della pena era stata decisa perché i magistrati avevano constatato che la seconda ragazza rimasta coinvolta nel ‘bondage’, una pratica di rapporti estremi con nodi e corde mediante le quali le due ragazze erano state legate, non aveva presentato querela nonostante fosse finita in coma.

Per questo la Corte d’assise d’appello di Roma, nel maggio 2015, aveva detratto dall’originaria condanna pronunciata dal gup nel 2013 la ‘porzione’ di un anno e otto mesi riferita al delitto di lesioni colpose nei confronti della ragazza sopravvissuta e tenuto conto che le due giovani partner di Soter Mulè erano consenzienti.

Il 10 settembre 2011 Soter fu arrestato dalla polizia con l’accusa di omicidio, due giorni dopo fu affidato ai domiciliari e poi tornò in libertà per scadenza dei termini massimi di custodia. E’ stato accusato di omicidio colposo per aver partecipato come voyeur alla ‘pratica’ dello ‘shibari’ – una sorta di ‘bondage’ giapponese – finito in tragedia: la ragazza morta rimase soffocata dal cappio che aveva intorno al collo, mentre l’altra giovane riuscì a cavarsela dopo qualche giorno in ospedale. Mulè, quando si accorse di quello che stava accadendo, prestò i primi soccorsi e chiamò l’ambulanza.