La preside e l’arrestato. Buonismo o soggezione? La spedizione punitiva in quella scuola di Bari

In quel di Bari ieri hanno arrestato, proprio arrestato, un pregiudicato. Non nuovo ad atti di violenza. Stavolta l’arresto a seguito di spedizione punitiva in una scuola. Punitiva contro un professore. Erano andati in due, erano entrati ovviamente in forza del diritto della forza. Avevano raggiunto il prof in un’aula, gli avevano, in due, intimato un: vieni fuori! E fuori il capo spedizione si era incaricato di eseguire in prima e solitaria persona la punizione: prendere a sberle il professore. Mica una, più e più sberle. 

Genitore/vendicatore

L’arrestato ieri, il dispensa sberle al professore è, manco a dirlo, il genitore di una alunna. Alunna che il professore si era permesso di intaccarne lo status di intoccabile, il prof era caduto nel reato di lesa maestà. Maestà della famiglia bulli per uno bulli per tutti. L’alunna era arrivata in ritardo a scuola, aveva interrotto la lezione, aveva irriso il rimprovero, aveva messo in scena il qui faccio come mi pare. Il professore le aveva messo una nota. Il genitore era andato a picchiare il professore, per punizione. Il professore aveva detto: in quella scuola non ci vado più, c’è aria e cultura mafiosa.

La preside controcorrente, o no?

La storia non finisce qui, anzi si arricchisce dell’inaspettato. O forse non tanto o forse per niente inaspettabile. La preside della scuola aveva pubblicamente criticato…il professore! La preside aveva detto (se le cronache non hanno mentito o sbagliato, comunque non risultano smentite) di “comportamenti non consoni” del professore. Non “consoni” a cosa? Sembra di capire non consoni al non mettere mai una nota, non consoni al non far mai rispettare seriamente una regola, non consoni ad un quieto vivere in cui ognuno fa come crede e non consoni ai sacri comandamenti del far finta di nulla, girarsi dall’altra parte, non cercare grane. La preside dalla parte dell’alunna o dalla parte del padre dell’alunna? La domanda non è peregrina.

Buonismo o soggezione?

La signora preside di quella scuola di Bari può aver detto come ha detto perché pensa, in ottima buona fede, come da populismo nazionale. Che c’entra il populismo? Populismo è: gente ha sempre ragione. Nella versione pedagogico/scolastica populismo è: alunni hanno sempre ragione. Ne segue: nota scritta è repressione. Ne consegue: se alunna ti manda a vaffa questo è il prologo per obbligatorio dialogo. Ne discende: prof è colpa tua che sei fissato con una malaparola, addirittura disciplina. Dunque la signora preside può aver detto quel che ha detto e di fatto preso le parti dell’alunna per buonismo pedagogico ed esistenziale. Condito magari con una punta di momentanea e acuta stizza per quella violazione di buonismo programmatico, assoluto, senza se e senza ma.

Ma resta un ma, anzi un dubbio. La signora preside può aver detto quel che ha detto perché pensa, in rapporto al contesto socio culturale in cui vive, in cui vive la scuola, in cui vive il cosiddetto territorio, che era meglio evitare grane. Meglio non mettersi nel raggio di azione e attenzione di famiglie e genitori che alzano la voce e le mani. Meglio ricordarsi che di famiglie e genitori così ce n’è, eccome se ce n’è in zona. Famiglie di…rispetto. Non proprio di rispetto ma insomma, tenersi alla larga. Meglio volare bassi, bassissimi. Meglio non disturbare i loro figli nostri alunni. Meglio non…provocare? Insomma la signora preside di quella scuola di Bari può aver detto quel che ha detto non per buonismo ma per soggezione. O forse ancora per miscela e impasto di entrambi? Ora che il genitore è stato arrestato per spedizione punitiva nella scuola della figlia, nella scuola della preside buonismo e/o soggezione diminuiranno o cresceranno di intensità?

Forse dovresti anche sapere che…

 

Gestione cookie