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Spinetoli, ex carabiniere ucciso: fermata una coppia

SPINETOLI (ASCOLI PICENO) – Fermati marito e moglie, residenti a Spinetoli (Ascoli Piceno), dai carabinieri, che hanno eseguito un provvedimento emesso dalla procura di Ascoli Piceno.

Sono ritenuti responsabili dell’omicidio aggravato di Antonio Cianfrone, ucciso a colpi di pistola mercoledì scorso, mentre faceva jogging.

Trasferiti poi nel carcere di Marino del Tronto a disposizione dell’autorità giudiziaria.

L’uomo, 54 anni, è un operaio del comune di Spinetoli ed ha precedenti penali, mentre la moglie, 50enne, è casalinga.

Si tratta della coppia trattenuta, insieme al figlio ventenne, in caserma venerdì notte, dopo il sequestro di una motocicletta che gli inquirenti hanno trovato nel garage dell’edificio nel quale abitano.

Secondo la procura di Ascoli Piceno, però, “va soprattutto notata e apprezzata la piena collaborazione delle diverse persone che hanno assistito alle fasi dell’omicidio e ai momenti antecedenti e successivi”.     

Secondo quanto riferito dagli inquirenti, “tutti hanno dimostrato lucidità e franchezza e ampia disponibilità a riferire tutto quello che sapevano e avevano visto, a essere sentiti e in certi casi risentii più volte, anche direttamente sui luoghi dei fatti, senza mai mostrare reticenze”.

Omicidio premeditato in concorso: questo è il reato di cui dovranno rispondere marito e moglie, ascoltati e trasferiti, rispettivamente, nel carcere di Marino del Tronto e in quello di Teramo. La svolta questo pomeriggio, quando i carabinieri li hanno prelevati a casa.     

“Al momento ci interessava bloccarli”, ha riferito una fonte ufficiale. Le indagini andranno avanti e terranno anche conto degli esiti della udienza di convalida, degli interrogatori dei fermati e delle valutazioni del Gip.

Spinetoli, omicidio ex carabiniere: il movente

Le indagini sono ancora in corso, anche per chiarire il movente che sta dietro l’agguato: la coppia, di origini tarantine, era residente da diversi anni nel quartiere di Spinetoli e, secondo quanto avrebbero riferito agli inquirenti alcuni testimoni, non solo conosceva l’ex vice comandante della stazione di Monsampolo, ma avrebbe avuto qualche doglianza nei suoi confronti, forse conseguenza di uno sgarbo.

Gli inquirenti, inoltre, stanno cercando anche l’arma che ha sparato, molto probabilmente un revolver visto che non c’è traccia finora dei bossoli. Quattro colpi, secondo quanto si è appreso, sparati dall’assassino frontalmente. Alcuni testimoni avrebbero riferito che a colpire a morte l’ex carabiniere sarebbe stata “una figura esile”. Con il casco integrale dal quale uscivano dei capelli, mentre il complice l’attendeva alla guida della moto scura.

Tutti elementi che saranno chiariti nelle prossime ore. Ma un provvedimento come il fermo porta a ritenere che gli elementi raccolti fino a oggi sembrano convergere sulla coppia e ritenerla responsabile dell’omicidio.

L’indagine sulla morte di Antonio Cianfrone si è conclusa velocemente. Sembrava un agguato pianificato in tutti i particolari ed eseguito da killer professionisti. Invece ad eseguirlo un operaio e una casalinga, che abitano a poche centinaia di metri dalla pista ciclopedonale dove avrebbero colpito. 

La procura di Ascoli Piceno ha coordinato il lavoro del nucleo investigativo dei carabinieri provinciale, della Compagnia di San Benedetto del Tronto. In particolare, della stazione di Monsampolo del Tronto, dove Cianfrone era vice comandante fino a quando, nel 2015, fu sospeso per un’indagine. (fonte AGI) 

 

 

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