Spostamenti tra regioni, divieto fino al 27 marzo. E in zona rossa stop alle visite a casa degli amici Spostamenti tra regioni, divieto fino al 27 marzo. E in zona rossa stop alle visite a casa degli amici

Nuovo Dpcm: spostamenti tra regioni, divieto fino al 27 marzo. E in zona rossa stop alle visite a casa degli amici

Nuovo Dpcm: fino al 27 marzo niente spostamenti tra regioni. Adesso è ufficiale. Inoltre, sempre fino al 27 marzo, finiscono le visite agli amici in zona rossa. Cioè, la regola per cui due adulti e un under 14 potranno andare in case private una volta al giorno continuerà a valere in zona gialla e arancione. Ma nelle zone rosse (non solo Regioni ma spesso anche singoli Comuni) questa regola non varrà più. 

Aggiornamento ore 13.16.

Nuovo Dpcm spostamenti tra regioni: divieto fino al 27 marzo

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge Covid. Il provvedimento proroga il divieto di spostamenti tra Regioni fino al 27 marzo e anche la regola che limita gli spostamenti verso le abitazioni private a due adulti con in più solo i figli minori di 14 anni.

Zona rossa: stop visite a casa degli amici

Stop agli spostamenti in zona rossa verso abitazioni private. E’ la novità che, scrive l’Ansa, compare nel nuovo decreto legge Covid. Lo stesso che proroga al 27 marzo le limitazioni agli spostamenti. Resta nelle zone gialle e arancioni la possibilità, una sola volta al giorno, di spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata, tra le 5 e le 22, in massimo due persone, con i figli minori di 14 anni. Questa possibilità non varrà più nelle aree rosse.

Ristoranti aperti la sera: la richiesta di governatori e sindaci

L’apertura serale dei ristoranti spicca tra le quattro richieste avanzate dai sindaci al governo. Attualmente, secondo misure e regole in vigore, nella zona gialla bar e ristoranti possono rimanere aprerti dalle 5 alle 18. In zona arancione e zona rossa, chiusura 7 giorni su 7. L’asporto per i bar è consentito fino alle ore 18. Per la consegna a domicilio non ci sono restrizioni. I sindaci chiedono ristoranti aperti “a condizione del rispetto di protocolli rigidi sulle distanze”. “La consumazione al tavolo assicura condizioni di sicurezza maggiori rispetto agli assembramenti che purtroppo si creano fuori dai locali che fanno il servizio di asporto delle bevande, soprattutto con l’arrivo della bella stagione”, affermano i sindaci.

Le altre richieste di sindaci e governatori per il nuovo Dpcm

Le altre richieste: mantenere e perfezionare i parametri; piano vaccinale efficace; finanziamento dei nuovi ristori. Ristori tempestivi a qualsiasi livello per le categorie penalizzate dalle chiusure sia nazionali che locali.

“È necessario, inoltre, condividere maggiormente i provvedimenti”, dicono i sindaci. Cioè un preavviso congruo che il governo deve dare per evitare il caos come per lo sci e i ristoranti aperti/chiusi nel weekend. Su questo Gelmini ha dato rassicurazioni. L’ipotesi che circola è che il monitoraggio venga effettuato a inizio settimana e non venerdì per non far arrivare la decisione sui colori delle zone troppo a ridosso del weekend.

Le Regioni chiedono poi di accelerare decisamente nella campagna vaccinale, reperendo le dosi necessarie, e collegando il problema ai criteri che hanno regolato finora i colori. In primis l’inesorabile Rt, l’indice di trasmissibilità. “Si ritiene indispensabile procedere ad una revisione dei parametri e alla contestuale revisione del sistema delle zone – affermano -, nel senso della semplificazione, che passi funzionalmente anche da una revisione dei protocolli per la regolazione delle riaperture, in senso anche più stringente laddove necessario”. “Occorre in questa fase un cambio di passo che consenta di coniugare le misure di sicurezza sanitaria con la ripresa economica e delle attività culturali e sociali”. “È evidente – è la conclusione – che se la campagna vaccinale accelera, l’Rt perde progressivamente di rilevanza”.

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