Spostamenti tra regioni vietati fino al 27 marzo. Il governo Draghi si prepara a varare il primo Dpcm sulle restrizioni da Covid. E sembra accontentare le richieste di Regioni e Comuni. Almeno per quanto riguarda la chiusura dei confini regionali. Sulla data di riapertura circola anche l’ipotesi del 5 aprile. Cioè subito dopo Pasqua.
Le altre richieste degli enti locali riguardano soprattutto i ristoranti. Sindaci e governatori (soprattutto i sindaci) insistono perché i ristoranti possano restare aperti la sera. Chissà che Draghi non li accontenti.
Inoltre Comuni e Regioni hanno messo sul tavolo altri due punti. Punto primo, hanno chiesto che vengano rivisti i criteri per l’assegnazione del colore (indice Rt e i suoi “fratelli”). Punto secondo, vogliono avere comunicazione più tempestiva del colore loro assegnato. In pratica, vorrebbero saperlo prima del venerdì, in modo da poter organizzare il weekend con tempi meno frenetici.
“Non possiamo pretendere di chiamarvi a ratificare decisioni già prese, ma possiamo e vogliamo chiedervi di partecipare ad un processo decisionale che certo dovrà essere tempestivo, snello, ma che non potrà calare sulle vostre teste”. E’ l’apertura del nuovo governo Draghi alle Regioni nelle parole della ministra delle Autonomie Mariastella Gelmini, che al vertice serale insiste sull’unità.
Spostamenti tra regioni, stop fino al 27 marzo
E si partirà dalla proroga di 30 giorni del divieto di spostamento tra Regioni che scade il 25 febbraio, unico provvedimento in discussione nel Consiglio dei ministri di lunedì 22 febbraio. La nuova ‘dead line’ dello stop alla mobilità anche tra zone gialle – sulla quale c’è il consenso dei governatori – sarebbe così il 27 marzo. La strategia complessiva del nuovo esecutivo sarà poi definita con il Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm), che seguirà quello in scadenza il 5 marzo.
Dopo la conference call del premier con i ministri ieri, i governatori vengono informati e consultati, alla vigilia della riunione a Palazzo Chigi, nella videoconferenza con Gelmini e con il ministro della Salute Roberto Speranza. E presentano una loro piattaforma di proposte che domani sarà portata al governo, assicura la Gelmini. I presidenti di Regione chiedono di inserire nella cabina di regia politica – non quella del monitoraggio del contagio – anche i ministri economici (come ieri nella call con Draghi), “al fine di dosare gli impatti delle decisioni sui cittadini e le imprese”.
Ristoranti aperti la sera: la richiesta di governatori e sindaci
L’apertura serale dei ristoranti spicca tra le quattro richieste avanzate dai sindaci al governo. Attualmente, secondo misure e regole in vigore, nella zona gialla bar e ristoranti possono rimanere aprerti dalle 5 alle 18. In zona arancione e zona rossa, chiusura 7 giorni su 7. L’asporto per i bar è consentito fino alle ore 18. Per la consegna a domicilio non ci sono restrizioni. I sindaci chiedono ristoranti aperti “a condizione del rispetto di protocolli rigidi sulle distanze”. “La consumazione al tavolo assicura condizioni di sicurezza maggiori rispetto agli assembramenti che purtroppo si creano fuori dai locali che fanno il servizio di asporto delle bevande, soprattutto con l’arrivo della bella stagione”, affermano i sindaci.
Le altre richieste di sindaci e governatori al governo
Le altre richieste: mantenere e perfezionare i parametri; piano vaccinale efficace; finanziamento dei nuovi ristori. Ristori tempestivi a qualsiasi livello per le categorie penalizzate dalle chiusure sia nazionali che locali.
“È necessario, inoltre, condividere maggiormente i provvedimenti”, dicono i sindaci. Cioè un preavviso congruo che il governo deve dare per evitare il caos come per lo sci e i ristoranti aperti/chiusi nel weekend. Su questo Gelmini ha dato rassicurazioni. L’ipotesi che circola è che il monitoraggio venga effettuato a inizio settimana e non venerdì per non far arrivare la decisione sui colori delle zone troppo a ridosso del weekend.
Le Regioni chiedono poi di accelerare decisamente nella campagna vaccinale, reperendo le dosi necessarie, e collegando il problema ai criteri che hanno regolato finora i colori. In primis l’inesorabile Rt, l’indice di trasmissibilità. “Si ritiene indispensabile procedere ad una revisione dei parametri e alla contestuale revisione del sistema delle zone – affermano -, nel senso della semplificazione, che passi funzionalmente anche da una revisione dei protocolli per la regolazione delle riaperture, in senso anche più stringente laddove necessario”. “Occorre in questa fase un cambio di passo che consenta di coniugare le misure di sicurezza sanitaria con la ripresa economica e delle attività culturali e sociali”. “È evidente – è la conclusione – che se la campagna vaccinale accelera, l’Rt perde progressivamente di rilevanza”.
Dpcm Draghi: non solo spostamenti tra regioni
Sarà confermata anche la possibilità di fare visita ad amici e parenti. Ossia la regola, per ora valida fino al 5 marzo, che consente di spostarsi verso un’altra abitazione privata massimo in due persone, più i figli minori di 14 anni.