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Stabilimenti balneari, 1 su 3 non rispetta le norme anti Covid: ombrelloni troppo vicini

di Redazione Blitz |4 Agosto 2021 10:58

Stabilimenti balneari, 1 su 3 non rispetta le norme anti Covid: ombrelloni troppo vicini FOTO ANSA

Irregolarità negli stabilimenti balneari, in particolare in 1 su 3 e 21 chiusure a causa del mancato rispetto delle norme anti Covid predisposte dal Ministero della Salute. E’ l’esito della campagna di controlli compiuti dai Carabinieri dei NAS, d’intesa con il Ministero della Salute, nei lidi e relativi esercizi di ristorazione sul mare e sui laghi.

In tutto 886 controlli su tutto il territorio nazionale per verificare in particolare l’attuazione delle misure di contenimento alla diffusione da Covid-19. Dal corretto distanziamento degli ombrelloni all’uso delle mascherine, dalla presenza di dispenser per la disinfezione delle mani ai sistemi per la rilevazione della temperatura corporea. 

Gli stabilimenti balneari irregolari

Gravi carenze igienico sanitarie riscontrate anche nelle aree adibite alla ristorazione, alla preparazione dei pasti e alla conservazione degli alimenti. Carenze che hanno portato alla chiusura e alla sospensione delle 21 attività. In questo ambito in tutto 258 situazioni di irregolarità riscontrate , il 29% degli esercizi ispezionati.

Deferite 17 persone all’Autorità giudiziaria e 217 a quella amministrativa. Sequestrati oltre 1,3 tonnellate di prodotti alimentari e materie prime destinati alla preparazione dei pasti, principalmente riconducibili a prodotti a base di pesce, per un valore complessivo di circa 77 mila euro.

Gli alimenti scaduti venduti nei ristoranti e nei bar

In molti casi scoperti alimenti pronti per la somministrazione alla clientela in cattivo stato di conservazione, con validità scaduta. Privi di qualsiasi indicazione utile a stabilirne le origini e la tracciabilità o sottoposti ad arbitrarie procedure di congelamento. Riscontrate anche carenze igieniche e strutturali degli ambienti e dei locali adibiti alla preparazione e somministrazione dei pasti. Spesso rimediati in spazi ristretti, privi dei minimi requisiti per garantire condizioni ottimali di funzionamento.

Le 351 violazioni complessive contestate, per un ammontare di sanzioni paria 202mila euro, hanno riguardato numerosi episodi di inosservanza alla normativa per la prevenzione della diffusione epidemica, come l’assenza di cartellonistica informativa per gli avventori e la mancanza delle periodiche pulizie e sanificazioni. I NAS assicurano che i controlli proseguiranno per garantire la salute dei cittadini e la sicurezza del consumatore.

 

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