Stalking. Botte e 2200 telefonate in cinque mesi, operaio arrestato

Pubblicato il 4 Marzo 2010 - 15:08 OLTRE 6 MESI FA

Una storia d’amore che si trasforma in un incubo solo per averlo amato e poi lasciato. S.C., impiegata di Vibo Valentia, dai primi mesi di gennaio del 2009 è stata picchiata ripetutamente, anche per strada, minacciata, chiamata 2.200 al telefono a tutte le ore del giorno e della notte dal suo ex fidanzato che voleva costringerla a riallacciare una relazione.

La donna si è presentata ai carabinieri nei primi giorni di gennaio ed ha raccontato mesi di persecuzioni attuate da Antonio Ruffa, di 51 anni, operaio di San Gregorio D’Ippona,  con il quale aveva avuto una contrastata storia d’amore nel corso della quale l’uomo le impediva di uscire di casa e di incontrare i familiari.

Per evitare conseguenze, la donna per un anno è restata accanto all’uomo, rassegnandosi, per mesi, a vivere da reclusa. S.C. ha detto ai militari che a spingerla a troncare la relazione è stata la paura per un episodio accaduto nel 2009. Ruffa, dopo averla sequestrata dentro la sua auto, si era fermato in una piazzola di sosta dell’autostrada per collegare un tubo di plastica allo scappamento e suicidarsi insieme a lei. Nell’occasione la donna aveva evitato conseguenze peggiori promettendogli di non lasciarlo.

Una volta troncata la relazione, Ruffa ha iniziato a perseguitarla. Si faceva trovare sotto casa, fuori dal lavoro, alla fermata dell’autobus e la subissava di migliaia di telefonate. La donna era arrivata al punto di segregarsi in casa per paura di essere picchiata, come è avvenuto più volte. Ruffa è arrivato a seguire la donna sino a Catanzaro e ad aggredirla davanti alla sede di lavoro. Ieri, i carabinieri, che da tempo seguivano l’impiegata, hanno visto Ruffa bloccare l’auto della donna gridando «te la faccio vedere io adesso se continui a rifiutarmi, tu e tuo padre me la pagherete». Ma prima che potesse colpirla, è stato bloccato dalla polizia che lo hanno arrestato per stalking.