TORINO – Davide Vannoni, l’inventore del metodo Stamina, andrà a processo a novembre. La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio per lui e per altre 12 persone coinvolte a vario titolo nell’inchiesta sulla tanto discussa cura a base di cellule staminali. Le accuse sono di truffa e associazione a delinquere. L’udienza preliminare è fissata per il 4 novembre.
Con lui, seduto al banco degli imputati ci sarà anche il suo vice Marino Andolina, il medico nominato fra mille polemiche commissario “ad acta” degli Spedali Civili di Brescia per il caso del piccolo Federico Mezzina, il bimbo di 3 anni e mezzo affetto dal morbo di Krappe. Rinviati a giudizio anche Gianfranco Merizzi, presidente dell’associazione farmaceutica Medestea, la biologa Erica Molino e Carlo Tomino, componente dell’Aifa (Agenzia Italiana per il Farmaco). Coinvolti anche i responsabili degli Spedali Civili di Brescia, tra cui l’ex direttrice sanitaria Derelli.
La posizione di altri otto indagati (fra cui uno deceduto) è stata stralciata ed è possibile che venga risolta con una proposta di archiviazione. L’inchiesta è stata condotta dai carabinieri del Nas, coordinati dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello.
I pm ipotizzano nei confronti di Vannoni, oltre all’associazione a delinquere e alla truffa, anche altri reati tra cui l’esercizio abusivo della professione medica, la diffamazione e la sostituzione di persona. Agli altri indagati sono contestati a vario titolo la somministrazione di farmaci diversi da quelli dichiarati e il commercio di prodotti medicinali imperfetti, nonché l’abuso d’ufficio ai medici di Brescia.
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