ROMA – Da una parte il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ribadisce: “Stamina come metodo scientifico semplicemente non esiste“. Dall’altre Andrea, il padre di Noemi, bimba di 19 mesi che quel protocollo vuole comunque seguire, specie dopo una sentenza di tribunale che autorizza, anzi impone, la terapia.
I due si sono incontrati a sorpresa, sabato mattina a Chieti, durante l’inaugurazione di un reparto d’ospedale. Due battute polemiche in pubblico, con il papà di Noemi che ricorda come “la legge” sia “uguale per tutti” e Lorenzin che replica: “Il metodo stamina non esiste”. Poi un incontro privato, successivo, a porte chiuse e senza telecamere.
Tutto in un momento di assoluto caos per la terapia. C’è un comitato scientifico che ha bocciato in modo secco e una sentenza che impone un nuovo comitato scientifico. Ma ci sono le notizie diffuse dal quotidiano La Stampa, quelle secondo cui in stamina non ci sarebbero neppure le cellule staminali, e ci sarebbero rischi tremendi per la salute di chi assume il trattamento: Hiv e morbo della mucca pazza.
Davide Vannoni, ovviamente, respinge tutte le accuse. E nega anche che ci sia, sempre come scritto dalla Stampa, un caso di morte sospetta tra le persone in cura agli Spedali di Brescia parlando di polmonite.
L’incontro tra Lorenzin e il papà di Noemi, in ogni caso, non sembra aver avvicinato le posizioni. Per il ministro, anche dopo la riunione, la posizione non cambia:
“Il metodo Stamina non esiste dal punto di vista scientifico, non abbiamo ancora le prove. Vediamo quando sarà provato o non provato. In realtà – ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – l’altro comitato aveva già dato il verdetto, vediamo cosa farà il secondo”.
Il papà di Noemi, invece, insiste nel chiedere la cura:
“Noemi non ha avuto le sue risposte, la sentenza c’è e non è rispettata. Auspichiamo che verrà chiamato al più presto in modo che invece di stare ancora a litigare su questa vicenda vi dirà direttamente Noemi i miglioramenti che ha avuto col trattamento”.