Stamina, riprendono infusioni a Brescia. Andolina: “Ho l’ok per curare Federico”

Stamina, riprendono infusioni a Brescia. Andolina: "Ho l'ok per curare Federico"
Marino Andolina (Foto Lapresse)

BRESCIA – Sabato 7 giugno, alle 10, il piccolo Federico riprenderà la cura con le staminali. Ad annunciarlo è il vicepresidente di Stamina, Marino Andolina, chiamato dal tribunale di Pesaro a riprendere le infusioni di cellule staminali mesenchimali sul piccolo Federico Mezzina, un bimbo di 3 anni e mezzo affetto dal morbo di Krabbe.  Dopo un lungo colloquio col direttore generale degli Spedali Civili di Brescia, Ezio Belleri, che per primo aveva posto un veto, chiedendo un secondo parere del giudice circa la nomina del numero due di Vannoni, è infine arrivato il via libera dell’ospedale. Sarà lo stesso Andolina a somministrare la cura.

“Se mi impedirà di procedere chiamerò la forza pubblica per far ottemperare la sentenza del Tribunale di Pesaro” ha detto Andolina.

Ma il direttore Belleri poco dopo conferma:

“Il dottor Andolina si presenterà domattina in Azienda con la dottoressa Molino per effettuare le operazioni di infusione secondo il metodo Stamina nei confronti del paziente per il quale si è espresso il Tribunale di Pesaro. Domani quindi due soggetti esterni all’azienda effettueranno le somministrazioni. Il personale medico del reparto di Rianimazione sarà comunque pronto ad intervenire”.

Il delicato compito assegnato ad Andolina ha creato parecchie polemiche dal momento che il numero due di Vannoni è pure indagato a Torino, proprio nell’ambito dell’inchiesta sul metodo Stamina. I medici di Brescia d’altronde si sono rifiutati, come esplicitamente vietato dal codice deontologico, di somministrare sostanze sconosciute quali quelle del metodo Stamina, e per questo Andolina è stato chiamato dal giudice a trovare un medico disposto a farlo. Ma al suo arrivo a Brescia è stato fermato dal direttore Belleri, in attesa di un nuovo intervento del giudice che chiarisca la possibilità legale di dare ordini ai medici o di intervenire al loro posto.

La vicenda sembrerebbe essersi sbloccata dopo l’appello lanciato via Facebook dalla mamma di Federico:

“Chiedo solo il rispetto della legge, dell’ordine dei giudici e della vita di questa creatura. Siamo pronti ad azioni penali, se necessario”.

E ai dottori che si rifiutano di effettuare le infusioni, la donna ha detto:

“Ma i medici che oggi si oppongono sono gli stessi che hanno scritto, dopo aver somministrato centinaia di infusioni, che non ci sono effetti collaterali. Oggi di cosa hanno paura? Noi stiamo ancora cercando in lungo e in largo altri clinici, lo stiamo facendo attraverso tutti i canali a nostra disposizione. Al momento non abbiamo trovato nessuno disponibile”.

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