ROMA – Adesso è in prigione e a breve sarà ascoltato dagli investigatori, alla presenza del suo difensore, l’avvocato Antonio Buttazzo. Per Soter Mulè, ingegnere con la passione per la fotografia e il sesso estremo, l’accusa è di quelle da brividi: omicidio volontario. Tutto per un gioco erotico finito male, malissimo: con la morte di una studentessa e un’altra in gravi condizioni.
Già lunedì il giudice deciderà sulla convalida dell’arresto. Intanto, però, le indagini continuano ed una delle prime cose che gli investigatori sono andati a vedere è il profilo Facebook dell’ingegnere. Sorpresa: è un profilo “aperto”, visualizzabile in modo praticamente completo anche senza avere l’amicizia.
Lunedì 5 settembre, alle 11:22 del mattino, Mulè scrive sulla sua bacheca uno status criptico e inquietante: “Stanotte qualcuno è morto”. Non può trattarsi, ovviamente, della ragazza soffocata per lo shibari, visto che il tutto è successo cinque giorni dopo. Eppure la coincidenza è significativa. Facile immaginare domande sul tema dai magistrati.
Un lungo ritratto di Mulè sul Corriere della Sera, lo scrive Francesco Peronaci. Esce l’immagine di un ingegnere noto nell’ambiente del sesso con le corde noto proprio per le sue foto. Così noto da partecipare con Ilaria Aquili, organizzatrice di eventi nella decina di locali romani aperti al sadomaso, ad alcune mostre.