Stasi contro il Corriere della Sera. La madre di Chiara: “Alberto rimane il colpevole”

Pubblicato il 23 Dicembre 2009 - 10:49 OLTRE 6 MESI FA

I legali di Alberto Stasi chiedono di ritirare il libro “Alberto e Chiara: la verità di Garlasco” uscito mercoledì in allegato al Corriere della Sera. In una lettera indirizzata al quotidiano di via Solferino, Giulio Colli, uno degli avvocati di Stasi, assolto pochi giorni fa dall’accusa di aver ucciso Chiara Poggi, spiega di essere stato incaricato “in nome e per conto di Stasi” a “diffidarvi dal procedere alla pubblicazione, divulgazione e vendita del libro in ogni modo, luogo o forma”.

Il legale sostiene che “nessuna autorizzazione è stata data per l’utilizzo delle fotografie private e personali del mio assistito; circostanza ancora più grave in considerazione del fatto che le fotografie risultano provenienti da supporti informatici di proprietà di Stasi e sottoposti al sequestro giudiziario”.

Le foto in questione ritraggono Alberto e Chiara durante l’ultima vacanza trascorsa insieme, immagini allegate agli atti giudiziari che fanno parte del fascicolo d’inchiesta sull’omicidio di Garlasco. Alberto Stasi si è opposto anche alla pubblicazione delle fotografie di Chiara. “Analogamente – continua l’avvocato Colli – le medesime fotografie ricavate dai supporti informatici di proprietà della signorina Chiara Poggi, sottoposte anch’esse al sequestro, relativamente alle fotografie private e personali che ritraggono il mio assistito e comunque tutte le altre foto in cui è protagonista il signor Stasi”. L’avvocato è pronto, in caso di violazione dei diritti del suo assistito, ad agire in sede civile e penale.

Intanto in un’intervista al settimanale Oggi Rita Poggi parla del rapporto con la figlia e con Stasi: “Quando vengo al cimitero parlo con lei. Ma oggi mi sento quasi in colpa, non trovo le parole per spiegarle cosa è successo. Non so dirle che il suo assassino è sempre in libertà. Questa sentenza ha ucciso Chiara una seconda volta. Se ci avessero detto che non era stato Alberto, se lo avessero assolto senza l’ombra del dubbio, forse ci sentiremmo più sollevati anche noi. Ma con questa sentenza per noi nulla cambia: il responsabile resta lui. Non ci arrenderemo finché non sapremo chi è stato”.

“Non vogliamo passare il resto dei nostri giorni a chiederci chi l’ha uccisa – spiega la mamma di Chiara – sarebbe un vero ergastolo per noi che siamo le vittime. Mentre l’assassino se la ride in libertà. Gli altri genitori possono fare ogni cosa per aiutare i figli, possono anche dare la vita per sostenerli e proteggerli. Ma noi cosa possiamo fare per Chiara? L’unica cosa è renderle giustizia. La nostra paura è che se l’assassino non avrà mai un nome, l’anima di nostra figlia non avrà mai pace”.