Statali: a gennaio a casa più di 3000 precari. Tagli alla spesa per il 50%

Pubblicato il 7 Dicembre 2010 - 10:12 OLTRE 6 MESI FA

A partire da gennaio 2011 un esercito di lavoratori della pubblica amministrazione rischia di perdere il posto. Almeno 3.250 secondo i calcoli della Nidil Cgil, tra Inps, Viminale e Inpdap. Sul tavolo degli imputati la manovra di bilancio approvata a luglio scorso che taglia del 50% la spesa per lavoro temporaneo nelle amministrazioni dello Stato, anche a ordinamento autonomo e nelle università. A rischio sono dunque tutti i contratti di somministrazione, a tempo determinato, co. co. co., formazione lavoro e lavoro accessorio.

“Nel taglio – spiega la Cgil a Repubblica – sono comprese tutte le amministrazioni centrali dello Stato che possono avere diramazioni territoriali, come accade per gli istituti previdenziali. La legge stabilisce inoltre che le disposizioni di riduzione della spesa costituiscono principi generali, ai fini del coordinamento della finanza pubblica, ai quali si adeguano le regioni, gli enti del Servizio sanitario nazionale e gli enti locali. Ciò significa che si potrebbero produrre ulteriori tagli se le autonomie locali e il Ssn si adeguassero alla normativa”.

“Questi lavoratori però svolgono servizi utili ai cittadini e alle imprese – spiega la Cgil – al ministero dell’Interno si occupano dei permessi di soggiorno per gli immigrati, evitando così che gli agenti di polizia si preoccupino di scartoffie invece che della sicurezza dei cittadini. All’Inps sono impegnati nelle prestazioni pensionistiche e di indennità di disoccupazione. All’Inpdap sono occupati non solo nelle prestazioni, ma anche nella gestione del patrimonio e, addirittura, nell’avvocatura”.

Insomma i tagli rischiano di comportare “una drastica riduzione della qualità e quantità dei servizi pubblici o la loro cessazione di fatto”.  La Cgil ricorda poi che “il taglio farà risparmiare allo Stato solo 100 milioni di euro per gli anni 2011, 2012, 2013 a fronte di una manovra di bilancio pari a oltre 12 miliardi per il 2011 e a circa 25 miliardi per gli anni successivi. Il taglio al lavoro precario incide, quindi, per lo 0,8% sull’ammontare della manovra per il 2011 e per lo 0,4% su quello per gli anni 2012 e 2013”.