Le ha sparato due colpi di pistola alla testa e poi ha dato fuoco al corpo per distruggere le prove. Con questa accusa i carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia hanno arrestato un romeno di 38 anni, Stefan Valea, operaio, ritenuto l’assassino della sua compagna, la connazionale, Monica Alexandrescu, di 31, i cui resti carbonizzati erano stati trovati il 14 settembre 2008 nelle campagne intorno alla città calabrese.
Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, coordinate dal pm Michele Sirgiovanni, è la gelosia che avrebbe spinto l’uomo a compiere questo disperato gesto. Valea, non accettando la fine della relazione con la donna, le ha teso un vero e proprio agguato. L’ha attirata in una zona poco frequentata e poi le ha sparato due colpi di pistola alla testa da distanza ravvicinata. Per distruggere le prove l’uomo ha bruciato il cadavere dentro un’auto, che ha poi spinto nel greto di un fiume. La Alexandrescu viveva sola, benché risultasse sposata con un sessantenne di Vazzano. Ed era stato proprio il marito a denunciare la sua scomparsa da casa l’8 settembre.