Stefano Carmignani, capo Vigili Lucca rimosso. Ricatti alla vigilessa “Andiamo lì a far l’amore”

Stefano Carmignani, capo Vigili Lucca rimosso. Ricatti alla vigilessa "Andiamo lì a far l'amore"
Stefano Carmignani, capo Vigili Lucca rimosso. Ricatti alla vigilessa “Andiamo lì a far l’amore”

LUCCA – “Andiamo lì a fare l’amore”. Così l’ex capo dei vigili di Lucca, Stefano Carmignani, avrebbe chiesto a una vigilessa di accompagnarlo in una trasferta a Firenze. Le avances sessuali di cui è accusato sono solo l’ultimo tassello di una serie di inchieste che lo hanno travolto. Uno scandalo di proporzioni tali da spingere il sindaco, Alessandro Tambellini, a revocargli l’incarico. Al suo posto è stato nominato Maurizio Prina, attualmente dirigente dei servizi alle imprese, attività edilizia, istruzione, programmazione e controlli, Urp.

Indagato nel 2016, Carmignani è attualmente sotto inchiesta con le accuse, tra l’altro, di peculato d’uso, per l’utilizzo a fini personali di un’auto del comando. Negli ultimi giorni alla polizia municipale di Lucca, tra l’altro, sarebbe scomparsa la pistola d’ordinanza di un agente, fatta poi misteriosamente ricomparire pochi giorni dopo sempre all’interno del comando.

Il filone di indagini, finora secretato, sui presunti ricatti sessuali, riguarderebbe un episodio avvenuto nel 2014. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, il comandante della municipale avrebbe chiesto a una sua sottoposta, 40 anni sposata e con figli, di accompagnarlo in Regione a Firenze. Come racconta il quotidiano Il Tirreno:

All’orario stabilito la vigilessa si presenta in divisa alla guida dell’auto civetta di servizio per condurre il comandante a Firenze. Stando all’accusa l’esordio del dirigente non è dei più felici: «Pensavo ti presentassi in minigonna e calze a rete». Ma il bello doveva ancora arrivare. Stando alla denuncia della donna – supportata dalle dichiarazioni de relato della madre, del coniuge e di alcune colleghe con cui si era confidata subito dopo i fatti – in prossimità del casello autostradale di Chiesina Uzzanese il comandante le fa cenno di uscire indicando un albergo: «Noi andiamo lì a fare l’amore». Una frase ripetuta più volte secondo il racconto della vigilessa che si conclude con la frase sibillina del suo superiore: «Terrò conto che lei non ha voluto fare l’amore con me».

Una condotta che indica un abuso di potere e per la procura ha una rilevanza penale che necessita di approfondimento in sede di dibattimento di fronte al gup. Soprattutto perché, al di là del deterioramento dei rapporti interpersonali, la vittima della avance non avrebbe ottenuto, pur avendone i requisiti, quella promozione toccata ad altri. Per questo nei primi mesi del 2015 denunciò l’episodio in procura.

Sul punto però il comandante ha dato una versione opposta: non ha negato l’episodio ma ha rovesciato la medaglia sostenendo che è stata la vigilessa a proporgli favori sessuali in cambio di una promozione.

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