Stefano Cucchi, Carlo Giovanardi a La Zanzara: "Chiedere scusa? Perché dovrei?" Stefano Cucchi, Carlo Giovanardi a La Zanzara: "Chiedere scusa? Perché dovrei?"

Stefano Cucchi, Carlo Giovanardi a La Zanzara: “Chiedere scusa? Perché dovrei?”

Stefano Cucchi, Carlo Giovanardi a La Zanzara: "Chiedere scusa? Perché dovrei?"
Carlo Giovanardi (foto Ansa)

ROMA – Carlo Giovanardi rifiuta le scuse alla famiglia Cucchi anche dopo la sentenza di condanna nei confronti dei due carabinieri di Roma Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo. “Chiedere scusa? No, perché dovrei? Non ho mai offeso nessuno”, ha detto La Zanzara, su Radio24, l’ex ministro, che in passato aveva mantenuto un atteggiamento estremamente garantista nei confronti dei militari coinvolti nel caso della morte del giovane geometra romano nell’ottobre del 2009.

“Ho grande rispetto dei processi. Il procuratore generale ha scritto testualmente che non c’è nessuna relazione fra le supposte percosse e la morte di Cucchi, perché l’ultima perizia ha detto che bastava gli avessero dato da bere e si sarebbe salvato”.

Molto critico David Parenzo: “Lei è stato sempre dall’altra parte, c’era una famiglia che chiedeva verità e lei diceva stronz***”. E Giovanardi, fervente proibizionista: “Sono sempre stato dalla parte di uno che aveva la competenza dell’antidroga e delle migliaia di persone decedute per overdose. Sono stato sempre stato dalla parte di chi combatteva la droga. Non ho mai, però, detto una parola contro la famiglia di Cucchi”.

Quindi la frecciata alla famiglia di Stefano Cucchi: “La famiglia di aiuti ne ha avuti fra film e sceneggiate. Non credo siano mancati appoggi. I magistrati hanno dimostrato ed è stato scritto che quello che ho detto è sempre vero e corrisponde agli atti giudiziari, a chi devo chiedere scusa? Io che sono un uomo delle istituzioni, ho giurato fedeltà alla Repubblica Italiana e alla Costituzione dove c’è scritto che uno non è colpevole fino ad una sentenza passata in giudicato, il giudizio lo do davanti a sentenza definitiva”.

La sentenza

Giovedì 14 novembre i due carabinieri della stazione Appia di Roma Di Bernardo e D’Alessandro sono stati condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale nel processo per la morte di Stefano Cucchi.  Di Bernardo e D’Alessandro sono accusati di aver picchiato Cucchi durante il fotosegnalamento. 

L’accusa di omicidio preterintenzionale è invece caduta per un altro militare, Francesco Tedesco, l’imputato che nel 2018 decise di parlare e di raccontare quanto aveva visto nella caserma Casilina, dove ci fu il pestaggio. Tedesco è stato comunque condannato a due anni e mezzo per l’accusa di falso.

Finiti i dibattimenti in tribunale, la battaglia di Ilaria Cucchi “contro i pregiudizi” prosegue ora a suon di querele. La sorella di Stefano ha annunciato l‘intenzione di querelare Matteo Salvini dopo le dichiarazioni rese dall’ex ministro poco dopo il verdetto della Corte D’Assise. Il leader leghista aveva detto di rispettare la famiglia, aggiungendo però che il caso “dimostra che la droga fa male”.

All’indomani della sentenza è arrivata secca la replica di Ilaria: “Che c’entra la droga? Salvini perde sempre l’occasione per stare zitto – dice in diretta su Radio Capital – Contro questo pregiudizio e contro questi personaggi ci siamo dovuti battere per anni. Tanti di questi personaggi sono stati chiamati a rispondere in un’aula di giustizia, e non escludo che il prossimo possa essere proprio Salvini”. (Fonti: La Zanzara, Ansa)

 

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