Stefano Cucchi, l’errore più grave: cuore tagliato durante l’autopsia

Stefano Cucchi, l'errore più grave: cuore tagliato durante l'autopsia
Stefano Cucchi, l’errore più grave: cuore tagliato durante l’autopsia

ROMA – Una sequenza di errori senza fine. Errori che prima hanno in parte causato la morte di Stefano Cucchi, il geometra romano di 29 anni morto dopo qualche giorno dopo l’arresto, e che poi hanno forse cancellato le poche possibilità di avere certezze sul perché Cucchi sia morto.

Errori che sono iniziati al momento dell’arresto ma che sul tavolo del medico necroscopico conoscono uno dei momenti più incredibili. Su quel tavolo c’è il corpo tumefatto di Stefano. Il medico nulla sa della storia che c’è dietro anche perché in quel momento il caso non è ancora esploso sui media. Il medico allora, invece che espiantare il cuore lo taglia. Lo seziona.

Perché è così grave come errore è facile a dirsi: il cuore, sezionato, è diventato inservibile per i successivi e fondamentali accertamenti. Quelli che avrebbero dovuto stabilire se ci fosse nesso tra le botte che Cucchi indiscutibilmente ha preso e la sua morte. E in un processo che finisce con un’assoluzione per la ex insufficienza di prove questo dice molto.

Per non dire della raffica di errori che hanno preceduto la morte di Stefano. A cominciare dall’arresto. Un poliziotto lo scheda come albanese senza fissa dimora. Lui è romano e la dimora ce l’ha. Ed è un dettaglio che cambia tutto: se fosse stato schedato correttamente Cucchi avrebbe avuto i domiciliari. E quindi sarebbe probabilmente ancora vivo. E non avrebbe iniziato quell’assurda trafila che di errore in errore (compreso quello della mancata chiamata dell’avvocato, o l’incredibile permesso negato ai genitori di vedere Stefano mentre era ricoverato).

 

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