Stefano Cucchi, lettera del comandante dei Carabinieri a Ilaria: “Puniremo i colpevoli”

Stefano Cucchi, la lettera del comandante dei Carabinieri a Ilaria: "Puniremo i colpevoli"
Stefano Cucchi, lettera del comandante dei Carabinieri a Ilaria: “Puniremo i colpevoli” (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Il comandante dei Carabinieri scrive una lettera alla famiglia di Stefano Cucchi, una lettera in cui il generale Giovanni Nistri promette provvedimenti contro i carabinieri che dovessere essere ritenuti colpevoli (dai giudici) della morte del ragazzo.

La lettera, indirizzata a Ilaria Cucchi, è stata pubblicata su Repubblica che l’ha datata all’11 marzo: “Abbiamo la vostra stessa impazienza che su ogni aspetto della morte di Suo fratello si faccia piena luce e che ci siano infine le condizioni per adottare i conseguenti provvedimenti verso chi ha mancato ai propri doveri e al giuramento di fedeltà”. 

“Abbiamo la vostra stessa impazienza – scrive il generale Nistri – perché il vostro lutto ci addolora da persone, cittadini, nel mio caso, mi consenta di aggiungere: da padre”.

Il comandante si impegna a procedere in via disciplinare: “Comprendiamo l’urgenza e la necessità di giustizia, così come lo strazio di dover attendere ancora. Ma gli ulteriori provvedimenti, che certamente saranno presi, non potranno non tenere conto del compiuto accertamento e del grado di colpevolezza di ciascuno”, ciò varrà per il processo in corso alla Corte d’Assise e “indefettibilmente per la nuova inchiesta avviata dal pubblico ministero, ora nella fase delle indagini preliminari”.

E la reazione di Ilaria Cucchi non si è fatta attendere: è stata “per me un momento emotivamente molto forte. Perché è arrivata dopo anni in cui io e la mia famiglia ci siamo sentiti traditi”, ora “la lettera del generale Nistri è tornata a scaldarmi il cuore. A scacciare il senso di abbandono che ho vissuto in questi nove anni. Oggi finalmente posso dire che l’Arma è con me”. Anche la sorella di Stefano Cucchi è stata intervistata da Repubblica.

Ilaria parla anche della possibilità che l’Arma si costituisca parte civile, in un eventuale processo per depistaggio: “So che nulla è ancora deciso. E che in ogni caso bisognerà attendere la richiesta di rinvio a giudizio per gli otto ufficiali indagati per il depistaggio. Ma ne ho parlato con il generale Riccardi, portavoce del Comandante che mi ha assicurato come l’ipotesi sia concreta – spiega – Sarebbe bellissimo. E soprattutto, vero. Perché, come scrive Nistri, mio fratello è morto ma ad essere lesa, insieme alla sua vita e a quella della mia famiglia, è stata anche l’Arma e i suoi centomila uomini cui la lettera fa riferimento”. (Fonte Repubblica).

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