Stefano Cucchi. Pm: “Lesioni compatibili con caduta dalle scale”

ROMA – La lesione nella zona sacrale di Stefano Cucchi, il 31enne fermato il 15 ottobre 2009 per droga e per la cui morte una settimana dopo all'ospedale 'Sandro Pertini' di Roma sono sotto processo dodici persone (sei medici, tre infermieri e tre agenti della 'penitenziaria') ''non contrasta con l'eventualita' di una caduta dalla scale''. Lo ha sostenuto Luigi Cipolloni, uno dei consulenti del pm, nel corso del controesame (sono intervenuti gli avvocati Diego Perugini e Gaetano Scalise), al quale e' stato sottoposto insieme con gli altri componenti il 'gruppo' di esperti che ha compiuto gli esami tecnici sul corpo del giovane.

''Cucchi era talmente magro che aveva il coccige sporgente a diretto contato con la cute – ha aggiunto Cipolloni – Qualora la lesione coccigea fosse stata provocata da un calcio, avremmo dovuto trovare anche una ecchimosi o comunque una lesione cutanea''.

A conforto della tesi, anche le parole del radiologo Roberto Passariello, per il quale ''essendo la struttura scheletrica di Cucchi, malgrado i suoi 31 anni, estremamente decalcificata, si puo' desumere che la lesione all'osso sacro deve essersi verificata per una caduta sul sedere''.

Sollecitato dalle domande dei difensori, Paolo Arbarello (coordinatore dei consulenti del pm) ha precisato che non e' stata riscontrata, sul corpo di Cucchi, ''alcuna lesione da trascinamento, ne' da afferramento, ne' segni da difesa passiva''.

Mentre l'anatomopatologo Ugo Di Tondo ha sostenuto che ''dal punto di vista funzionale, il cuore di Cucchi aveva un'eta' biologica piu' avanzata rispetto a quella di un 31enne. Era un cuore sofferente; cosi' come il fegato, perfetto dal punto di vista anatomico, non era perfettamente funzionante.

Il 'quadro' cuore-fegato dimostra che entrambi non erano efficienti al 100 per cento''. Prossima udienza, venerdi', per concludere la lista testi del pm e sentire i consulenti della parte civile.

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