Strage a Mantova: spara dall’auto e fa 3 morti, dopo lunga fuga si costituisce

Si è costituito dopo una lunga fuga ed è stato rintracciato in un parcheggio pubblico ad Anfo, un paese nei pressi del lago di Idro, Omar Bianchera, l’uomo di Volta Mantovana che ha ucciso stamani la ex moglie, una vicina di casa e un viticoltore, ferendo anche altre due persone.

Bianchera si è costituito chiamando il 113 dicendo: «Sono stanco, mi arrendo…venitemi a prendere». La telefonata è stata ricevuta dalla questura di Brescia e sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Salò competenti per Anfo, il comune della Valsabbia dove il fuggitivo era arrivato scappando dal mantovano dopo il triplice omicidio.

I carabinieri mantovani hanno anche recuperato le armi con le quali Omar Bianchera ha compiuto la strage. Bianchera sarà ora trasferito al Comando provinciale dei carabinieri di Mantova dopo un passaggio alla compagnia dei carabinieri di Salò.

Da stamani i carabinieri sono stati impegnati in una caccia all’uomo estesa anche a regioni vicine come il Trentino Alto Adige. Verso metà pomeriggio l’uomo ha chiamato la madre dicendo “Ho fatto un macello”. E proprio grazie a questa telefonata i militari sono riusciti a localizzarlo, attraverso le celle del suo cellulare.

Omar Bianchera, conosciuto alle forze dell’ordine in quanto tossicodipendente, in mattinata ha raggiunto l’ex moglie, Daniela Gardoni, 40 anni, in un appartamento nella via principale di Volta Mantovana, viale Risorgimento. Lei aveva ottenuto il divorzio, tra i due sarebbe scoppiata in strada una lite furibonda figlia dei contrasti preesistenti tra i due coniugi e del fatto che la moglie aveva appena vinto una causa con la quale gli veniva intenstata la casa dove avevano abitato insieme per anni. Bianchera ha sparato alcuni colpi di pistola alla ex moglie che era salita in auto cercando di andare dai carabinieri. Circa 200 metri dopo la vittima ha perso il controllo dell’auto ed è finita contro un muro. Bainchera, che l’inseguiva, è sceso dalla sua vettura e ha freddato Daniela Gardoni con due colpi di pistola senza dire nulla. Un ragazzo, in sella a uno scooter, ha cercato di difendere la donna, ma è stato brutalmente spostato dall’omicida che ha poi sparato all’ex moglie, uccidendola.

Poi, in auto, Omar avrebbe raggiunto la periferia del paese, sulla strada per Monzambano, e qui avrebbe ucciso una vicina di casa, Maria Bianchera, 71 anni con cinque colpi di pistola e ferito il martito: con i due coniugi pare esistessero da tempo dissapori legati ai confini dei propri terreni. Le loro abitazioni, in località Piccarda, distano infatti una decina di metri.

Quindi avrebbe raggiunto il paesino di Picar, a un chilometro di distanza, e si sarebbe diretto nell’azienda agricola Platter, a Monzambano, in località Pille. A quanto si è appreso voleva regolare i conti con il capofamiglia Luigi Platter. Ma nella corte si è imbattuto invece nel figlio di Luigi, Walter, 35 anni, che stava partendo per una gita in auto con la moglie e due bambini. Bianchera ha fatto scendere la donna, Virginia Deidoné (che è rimasta ferita nel tentativo di mettersi tra il killer e il martio) e i figlioletti. Dunque ha fatto fuoco su Walter Platter che è morto nell’auto.

Bianchera è fquindi uggito poi nei boschi dell’area dell’alto mantovano, vicino al lago di Garda con pistole e fucili.

Da quanto si è appreso dalle forze dell’ordine, Omar aveva detto a un amico che, prima o poi, avrebbe ucciso l’ex moglie. Proprio martedì scorso, la donna, Daniela Gardoni, aveva vinto una causa riguardante la casa in via Risorgimento in cui la coppia aveva vissuto.

In Italia c’è un omicidio “familiare” ogni due giorni. L’Italia è prima in Europa per gli omicidi in famiglia (in media uno ogni due giorni) e nei casi di separazione e divorzi l’assegnazione della casa è la causa scatenante di litigi, anche violenti. E’ l’allarme che lancia oggi l’associazione degli avvocati matrimonialisti, commentando quanto avvenuto nel mantovano e sottolineando che le vicende matrimoniali, allorché sfociano in insanabili contrasti, possano produrre fatti di sangue ancora più plateali ed eclatanti di quelli prodotti dalla malavita organizzata.

In Italia – secondo i matrimonialisti che citano i dati del criminologo Vincenzo Mastronardi – si consuma un omicidio in famiglia in media ogni 2 giorni, 2 ore, 20 minuti e 41 secondi. Il movente è passionale nel 25,9% degli omicidi; seguono contrasti personali nel 21,8% dei casi, i disturbi psichici nel 16,15% dei casi, le liti per l’assegnazione della casa coniugale nel 15% dei casi, le ragioni economiche (assegni di mantenimento o restituzioni di somme) nell’8% dei casi. Si registra sempre di più un movente legato a fattori economici e soprattutto all’assegnazione della casa coniugale che oggi sta per diventare il vero “pomo della discordia”, ancor di più di quello dell’affidamento e della gestione dei figli. Le nuove povertà prodotte dalla separazione e la lunghezza insopportabile dei processi sono altre ragioni che contribuiscono a determinare le stragi familiari.

“Il trend – dice il presidente nazionale dell’associazione, Gian Ettore Gassani – è destinato ad aumentare in proporzione all’aumento di separazioni e divorzi. Troppe volte le coppie in crisi sono lasciate al loro destino in un momento, come quello della separazione o divorzio, che rappresenta per molti un lutto di difficile sopportazione ed elaborazione. Nel 30% dei casi le separazioni sono accompagnate da reati intrafamiliari, molti dei quali sfociano successivamente in gesti estremi. Gli italiani, a differenza della stragrande maggioranza dei cittadini stranieri, vedono nella separazione una vergogna o un affronto, molte volte da lavare con il sangue e giammai come una scelta di vita o un rimedio. I reati intrafamiliari (maltrattamenti e abusi) nel 60% dei casi sono prescritti o quando vi è condanna viene inflitta al colpevole una pena del tutto simbolica”.

Secondo Gassani, “esiste una generalizzata consapevolezza di quasi totale impunità quando i reati vengono commessi all’interno della mura domestiche, molto simile a quella dei reati commessi all’interno degli stadi. Occorre potenziare i centri antiviolenza ed introdurre, specie nelle separazioni più conflittuali, percorsi di mediazione familiare e/o l’ausilio di psicoterapeuti della coppia specializzati nella prevenzione delle violenze familiari”. Anche perché “forme di violenza verbale all’interno della vita matrimoniale non devono e non possono più essere sottovalutate. Nel 65% dei casi di omicidio o strage in famiglia vi erano stati già pericolosi segnali di violenza o minacce, negligentemente sottovalutate da chi di dovere”, conclude Gassani.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie