Strage Alkamar, Cassazione respinge ricorso Governo contro assoluzione Gullotta

Strage Alkamar, Cassazione respinge ricorso Governo contro assoluzione Gullotta
Strage Alkamar, Cassazione respinge ricorso Governo contro assoluzione Gullotta

ALKAMAR (TRAPANI) – Strage alla stazione dei carabinieri di Alkamar (Trapani), la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del Governo italiano contro l’assoluzione di Giuseppe Gullotta, il muratore condannato per l’omicidio dei due carabinieri siciliani nel gennaio del 1976, e ha condannato lo stesso Governo al pagamento una sanzione.

Per la strage di Alcamo Marina Gullotta, che all’epoca era un muratore di 18 anni, venne condannato all’ergastolo dopo essere stato costretto a confessare qualcosa che non aveva compiuto. Ha scontato 22 anni in carcere da innocente. La riapertura del caso dopo 36 anni è stata possibile grazie all’azione di Progetto Innocenti, l’organizzazione italiana non governativa che si occupa della revisione delle sentenze di condanna ingiuste.

Adesso Gullotta chiede allo Stato un risarcimento di 69 milioni di euro. Ha annunciato di voler finanziare una fondazione che tuteli le vittime della giustizia.

Nel frattempo ha scritto un libro, edito da Chiarelettere, in cui racconta la propria storia, come aveva anticipato in una recente intervista ad Affari Italiani:

“Fui picchiato e torturato. Avevano bisogno di un colpevole per nascondere qualcosa di più grande. (…). Io le scuse le accetterei anche ma dovrebbero scusarsi anche con i familiari dei due carabinieri morti ai quali hanno messo davanti colpevoli che non erano tali”

Ricorda Lorenzo Lamperti su Affaritaliani.it: 

“A diciotto anni Giuseppe Gulotta, giovane muratore con una vita come tante, viene arrestato e costretto a confessare l’omicidio di due carabinieri ad “Alkamar”, una piccola caserma in provincia di Trapani. Il delitto nasconde un mistero indicibile: servizi segreti e uomini dello Stato che trattano con gruppi neofascisti, traffici di armi e droga. Per far calare il silenzio serve un capro espiatorio, uno qualsiasi. Gulotta ha vissuto ventidue anni in carcere da innocente e trentasei anni di calvario con la giustizia. Non è mai fuggito. Ha lottato a testa alta e in questo libro racconta tutto per la prima volta: l’arresto, le torture, i processi (ben nove), la prigione, l’amore per Michela, che ha conosciuto mentre attendeva la sentenza definitiva (cioè l’ergastolo), il figlio,William, che ha visto crescere dall’altra parte del vetro divisorio, durante i colloqui settimanali, la verità su Alkamar”.

 

 

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