Strage di Capaci. Grasso: “Sull’omicidio Falcone resta sospetto di un’entità esterna”

Giovanni falcone
Giovanni Falcone

Trattativa o no, dietro la morte del giudice Giovanni Falcone restano ancora tanto interrogativi: perché non fu ucciso a Roma? Cosa non sappiamo ancora? Qual è il vero movente?

«La strage di Capaci fu opera di Cosa nostra ma resta l’intuizione o il sospetto che ci sia stata qualche entità esterna che ne abbia potuto agevolare l’ideazione o l’istigazione, o dare comunque appoggio ad elementi della mafia», ha detto il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso.

Parlando in commissione parlamentare antimafia sulla presunta collusione tra istituzioni e Cosa Nostra Grasso ha detto: «La verità non verrà accertata in modo definitivo fino a quando non si riuscirà a capire perché Falcone non venne ucciso a Roma, come era stato programmato in un primo tempo e in circostanze meno difficoltose, e si preferì invece ricorrere ad un attentato in cui impiegare centinaia di chili di esplosivo».

Il procuratore nazionale ha parlatodi un «insieme di moventi per le stragi del ’92: il movente vendicativo, per quanto fatto da Falcone e Borsellino contro Cosa nostra; un movente preventivo, per quello che avrebbero ancora potuto fare; un movente eversivo, di tipo stragista».

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