Strage di Erba, per la Cassazione Rosa e Olindo uccisero con odio

ROMA, 5 SET – Prove inconfutabili collegano alla strage di Erba Rosa Bazzi e Olindo Romano, come solida e' anche la testimonianza dell'unico sopravvissuto, Mario Frigerio. E' uno dei passaggi delle motivazioni depositate oggi con le quali la Cassazione, il 3 maggio scorso, ha confermato la condanna all'ergastolo, inflitta dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano ai coniugi Romano, per aver ucciso i vicini di casa, quattro persone, tra cui un bambino, l'11 dicembre 2006.

La Prima Sezione Penale della Suprema Corte ha respinto tutti i 40 motivi di ricorso presentati dalle difese di Olindo e Rosa, sposando la ricostruzione fatta dai giudici di merito che hanno individuato come movente del delitto l'odio che, dopo tanti dissidi tra vicini, i Romano ormai provavano nei confronti dei i coniugi Raffaella Castagna, 30 anni, e Azouz Marzouk. Le vittime Raffaella Castagna, furono il figlio dei due, Youssef, la mamma della donna, Paola Galli, di 57 anni, e un' altra vicina di casa, Valeria Cherubini, accorsa in loro aiuto assime al marito Mario Frigerio, ferito gravemente e unico sopravvissuto alla strage. Proprio Frigerio con la sua testimonianza e' stato fondamentale per l' individuazione degli assassini: un racconto solido quello del testimone, secondo la Corte, nonostante le sue prime incertezze nel ricordare. Frigerio, e'scritto nella sentenza n.33070, "ha spiegato le sue difficolta' non tanto nel fare affiorare il ricordo momentaneamente offuscato a causa del trauma, quanto alla sua difficolta' di credere che ad inveire su di lui fosse stato il Romano, suo vicino di casa che riteneva persona per bene, e che dichiarava di aver riconosciuto distintamente nel momento in cui aprì la porta di casa Castagna, tanto da essersi chiesto cosa facesse in quel luogo". Una spiegazione "esente da qualsivoglia censura di implausibilita'" scrivono i giudici.

Quanto alle confessioni rese agli inquirenti dai coniugi Romano e poi ritrattate, i giudici affermano che non c'e' stata coercizione: "Non può essere ritenuto che sia stata operata pressione psicologica tale da limitare la libertà di autodeterminazione, posto che la sollecitazione ad aprirsi in vista del conseguimento di benefici non puo' essere affatto assimilata alla coartazione psicologica".

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