Strage Rapido 904, presidente corte d’appello va in pensione: processo da rifare in data da destinarsi

Strage di mafia. Il giudice se ne va in pensione Totò Riina salvo "per legge"
Strage di mafia. Il giudice se ne va in pensione
Totò Riina salvo “per legge”

FIRENZE – Occorrerà ricominciare da capo il processo d’appello a Firenze per la strage del rapido 904 che vede come unico imputato Totò Riina. Motivo? Il presidente della corte Salvatore Giardina andrà in pensione ai primi di ottobre e nel frattempo, a luglio, è entrata in vigore la riforma della giustizia firmata Orlando. La corte, nell’udienza di oggi, ha quindi stabilito il rinvio per consentire il completo svolgimento della nuova istruttoria, che l’attuale collegio giudicante non avrebbe potuto portare avanti a causa dell’imminente pensionamento del giudice. Il processo è rinviato a data da destinarsi.

Sarà necessario risentire tutti i testimoni ascoltati in primo grado, oltre alle nuove testimonianze di sei boss che era stato deciso di interrogare in appello. Totò Riina in questo processo era stato assolto in primo grado, sentenza avverso la quale la pm Angela Pietroiusti aveva deciso di ricorrere in appello. Secondo quanto spiegato dalla Corte, il rinvio è stato disposto in virtù delle recenti modifiche apportate all’articolo 603 del codice di procedura penale – riforma Orlando – che impongono al giudice, nel caso di appello del pubblico ministero contro una sentenza di proscioglimento, di disporre la riapertura completa dell’istruttoria.

Nel nuovo testo, al comma 3 bis si prevede che “nel caso di appello del pm contro una sentenza di proscioglimento per motivi attinenti alla valutazione della prova dichiarativa, il giudice dispone la rinnovazione dell’istruzione dibattimentale” e anche l’obbligo del giudice di secondo grado di disporre un nuovo esame dei testi rilevanti. La corte non avrebbe però avuto il tempo di rinnovare il dibattimento a causa dell’imminente pensionamento di Giardina. Da qui la decisione del rinvio a data da destinarsi.

Riina si era predisposto a seguire l’udienza in barella, in videoconferenza dal carcere di Parma dove si trova detenuto. Accanto a lui, in collegamento dal penitenziario, anche il suo legale Luca Cianferoni. Per la strage del Rapido 904, nella quale trovarono la morte 16 persone e 260 rimasero ferite, ci furono a suo tempo condanne, tra cui quella si Pippo Calò, uno dei fedelissimi del boss Riina.

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