Monteforte Iripino. 5 bambini superstiti: “Una vita che non sarà più uguale”

Strage sulla A16: cinque bambini superstiti: "una vita che non sarà più uguale"
La strage sulla A16: i cadaveri in fondo alla scarpata maledetta

NAPOLI – Dopo l’ incidente del pullman in Irpinia, i cinque bambini usciti vivi dalla strage sono tutti nell’ospedale pediatrico di Napoli, dopo un primo ricovero di urgenza a Nola.

“Sbalzati dal loro sedile, precipitati per 30 metri, atterrati in una vita che non sarà più come poteva essere prima. A lungo lontani e irrintracciabili dai loro stessi genitori”,

è la pennellata di Fulvio Fiano sul Corriere della Sera. Racconta ancora:

“Francesca ha subito la rimozione di un pezzo di calotta cranica. Per evitare pressioni sull’ematoma al cervelletto le hanno ritagliato un «cerchio» osseo del diametro di 7 centimetri. Ha subito un forte trauma al torace, ed è intubata in rianimazione. Una seconda operazione le ha ricomposto la frattura all’omero. Fuori dal linguaggio medico: «È lei quella che ci preoccupa di più» dice Raffaele Testa, il chirurgo che l’ha operata.

“Marco, suo fratello, ha dieci anni. Ha una frattura alla mandibola. Ha riposato sereno, non sa ancora di aver perso nello schianto i due nonni e due zii materni, e che anche il papà Gennaro, 41 anni, è gravissimo, ricoverato con multiple lesioni interne a pochi isolati da lui, al Cardarelli. La mamma è invece al Moscati di Avellino con una spalla rotta, una lunga ferita sulla schiena, ematomi e contusioni. «Una famiglia sterminata» ripetono increduli e disperati i parenti che si alternano tra i tre nosocomi.

“Arianna, 10 anni: «Mi dava fastidio la strada, avevo mal di pancia e mi sono addormentata. Mi sono risvegliata di colpo, sembrava di essere in una di quelle giostre che ti fanno il vuoto dentro».  Forse proprio grazie al sonno non ha vissuto i terribili attimi che hanno preceduto il precipizio, quelli che hanno choccato gli altri feriti. Arianna ha lo zigomo destro fratturato e una forte contusione al lobo inferiore polmonare destro. Ma è forte. Era con la nonna Luigia, morta nell’incidente ed è stata lei a chiedere ai medici di Nola di chiamare la mamma al cellulare perché «lei subito si preoccupa».

“In rianimazione con Francesca c’è anche Cristoforo, anche lui tre anni, l’unico che non era su bus. La Fiat Marea station wagon sulla quale viaggiava con la famiglia, di Cesa, provincia di Caserta, è stata travolta nella corsa dell’automezzo. Tornavano da un agriturismo a Carpineto, nell’Avellinese. Delle condizioni di Cristoforo preoccupa più il forte trauma polmonare che quello, più lieve, al cranio. Respira artificialmente ed è sotto costante osservazione. La mamma è al Moscati di Avellino, il padre è passato da Nola, il tempo di farsi ingessare un braccio e di andare a trovare il figlio.

“Maria è all’ospedale Santobono. I genitori l’hanno trovata tardi, dopo aver girato disperati tutti gli ospedali coinvolti nei ricoveri di emergenza. Anche per questo si era diffusa la voce che fossero tra i gitanti deceduti. La bambina, tibia e perone rotti, forti contusioni al volto, era anche lei con la nonna, estratta viva dalle lamiere, ma morta poco dopo: «Salvate mia nipote» le sue ultime parole. La bambina la cerca. Quegli occhi di quattro anni hanno visto cose che li terrorizzano”.

Gestione cookie