Strage di Viareggio, i pm accusano Moretti: “Non ha valutato i rischi”

LUCCA – In qualità di amministratore delegato prima di Rfi – dal 2001 al 2006 – e poi di Fs, Mauro Moretti “non ha valutato i pericoli e i rischi del passaggio di treni carichi di sostanze pericolose da stazioni come quella di Viareggio (Lucca), circondata da case”. Lo scrive la procura di Lucca, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, nell’avviso di chiusura delle indagini inviato ai 32 indagati per la strage del 29 giugno 2009.

Moretti è accusato di ”inosservanza” di ”leggi, ordini, regolamenti e discipline” e di ”omissioni progettuali, tecniche, valutative, propositive e dispositive”. Fra l’altro, secondo la procura Moretti non avrebbe valutato ”il pericolo costituito dalla presenza” di picchetti come quello che, secondo l’accusa, squarciò la cisterna carica di gpl del convoglio che deragliò a Viareggio, e non lo avrebbe fatto neanche quando venne emanata, nel dicembre 2001, una Specifica Tecnica Rfi, ”che prevedeva, sì, la sostituzione del tradizionale sistema di picchettazione” ma ”per finalità solo commerciali, come quelle relative al miglioramento del comfort di viaggio ed alla riduzione dei costi e non per l’eliminazione di un elemento in sé pericoloso”.

L’ad di Fs non avrebbe poi valutato la possibilità di ridurre la ”velocità di transito lungo la tratta della stazione di Viareggio” o di adottare ”meccanismi tali da garantire un’immediata frenatura del convoglio in caso di svio”. Moretti non avrebbe poi assunto ”alcuna determinazione in merito alla necessità o almeno all’opportunità, di tenere adeguatamente separata la sede ferroviaria della stazione di Viareggio dalle contigue civili abitazioni” e non avrebbe proposto la ”realizzazione di separazioni, di barriere”.

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