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Strage Viareggio: Moretti ed Elia condannati ma non Fs. Tutte le altre condanne

di Warsamé Dini Casali |1 Febbraio 2017 12:48

Strage Viareggio: Moretti ed Elia condannati ma non Fs. Tutte le altre condanne

ROMA – Strage Viareggio: Moretti ed Elia condannati ma non Fs. Tutte le altre condanne. Sette anni per Mauro Moretti, ex ad di Rfi e 7 anni e sei mesi per Michele Mario Elia che in quell’incarico a lui subentrò quando Moretti passò a Ferrovie dello Stato. Sono queste le condanne inflitte a due dei 33 imputati al processo per la strage di Viareggio che il 29 giugno 2009 costò la vita a 32 persone. Per loro i pm avevano chiesto, rispettivamente, 16 e 15 anni ma i giudici hanno assolto Moretti dai capi di imputazione che lo vedevano a processo anche nella veste di Ad di Fs.

«Una sentenza incomprensibile», commentano senza troppi giri di parole i difensori di Mauro Moretti. All’epoca della strage era amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, mentre ora è alla guida di Leonardo-Finmeccanica, e per lui «è stata riesumata dai magistrati una carica che non ricopriva più dal 2006». Conclusione: è stato giudicato colpevole in primo grado nelle vesti di ex ad di Rfi, la società del gruppo che si occupa dell’infrastruttura ferroviaria, e assolto nel ruolo di manager di Fs e Ferrovie dello Stato. (Claudia Guasco, Il Messaggero)

Fs assolta. Dieci le persone assolte, per non aver commesso il fatto, e 3 su 9 le società che escono ‘pulite’. Le accuse, a vario titolo per gli imputati, erano di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio e lesioni plurime colposi, violazione delle normative sulla sicurezza. Le pene più pesanti per i responsabili della Gatx Rail, la società tedesca che aveva affittato a Fs i 14 carri cisterna che deragliarono alla stazione di Viareggio alle 23.48 di quella notte di giugno: da uno di questi uscì il gpl che esplose e si incendiò in via Ponchielli.

Nove anni e 6 mesi, infatti, la condanna per Rainer Kogelheide, amministratore di Gatx Rail Germania, e Peter Linowski, responsabile sistemi manutenzione. Per arrivare alla sentenza ci sono volute oltre 140 udienze, alcune delle quali “drammatiche”, come spesso hanno detto i familiari delle vittime sempre presenti con le foto delle vittime, i loro striscioni, pronti a lottare in ogni luogo per evitare che si arrivasse alla prescrizione di alcuni dei reati.

Dopo la lettura del dispositivo, ascoltata in silenzio, loro hanno avuto qualche perplessità a lanciarsi in commenti davanti ai microfoni, sottolineando anche come sia stato difficile riuscire a sentire il giudice Gerardo Boragine, presidente del collegio giudicante completato da Nadia Genovesi e Valeria Marino. Hanno preferito rimandare a domani i commenti, dopo un incontro con i loro avvocati dai quali cercheranno stasera di capire cosa è successo, perché le Fs sono state assolte, perché a Moretti e Elia la condanna è stata più che dimezzata. Solo Daniela Rombi, uscendo dall’aula allestita al polo fieristico di Lucca, ha sottolineando che “per la prima volta il sistema, e le Ferrovie, sono stati condannati: è stato riconosciuto che c’era un problema di sicurezza”.

“Esito scandaloso, sentenza populista”. In realtà la prima reazione del difensore di Fs e di Moretti, l’avvocato Armando D’Apote, fa capire che il futuro è ancora da scrivere. Se lui si dice parzialmente soddisfatto per l’assoluzione di Moretti dalle accuse come Ad di Fs e della capogruppo, definisce “scandaloso l’esito del processo” e rileva “il frutto del populismo che trasuda dalla sentenza” contro la quale certamente si appellerà dopo aver letto le motivazioni, cosa già annunciata dal gruppo Gatx Rail. Reazioni ci sono state pure in Borsa con il titolo Leonardo-Finmeccanica, di cui Moretti ora è Ad, che ha chiuso a -2,3%.

Moretti confermato in Leonardo-Finmeccanica. In serata il Cda di Leonardo, presieduto da Gianni De Gennaro, ha riconfermato a Moretti la fiducia e tutti requisiti per la carica, supportato da un parere ‘pro veritate’. In particolare nella relazione viene verificato che i reati ascritti non risultano compresi nell’articolo 80 del codice degli appalti e che ”del pari la condanna riguarda reati non rilevanti ai fini dell’abilitazione alla sicurezza”.

Tutte le altre condanne. Soddisfatto il procuratore capo di Lucca, Pietro Suchan, in aula per sostenere i suoi sostituti, Giuseppe Amodeo e Salvatore Giannino, che dal novembre 2013, quando si aprì il processo, hanno gestito l’accusa. “E’ una sentenza importante anche per il futuro della sicurezza in Italia”, ha detto Suchan.Un riferimento, probabilmente, anche alle altre condanne inflitte dai giudici: nove anni a Johannes Mansbarth, Ad di Gatx Rail Austria, e Uwe Konnecke, responsabile delle Officine Jungenthal di Hannover. Otto anni per Andreas Schroter (Jungenthal), Helmut Brodel (Gatx), Uwe Kriebel (Jungenthal).

Sette anni e sei mesi anche a Vincenzo Soprano (ex Ad di Trenitalia), 7 anni per Mario Castaldo (Cargo Fs), sei anni e 6 mesi per Daniele Gobbi Frattini e Paolo Pizzadini di Cima Riparazioni e per Giulio Margarita (Rfi) ed Emilio Maestrini (Trenitalia). Sei anni, infine, per Giovanni Costa (ex Rfi), Giorgio Di Marco (ex Rfi), Salvatore Andronico (Trenitalia), Enzo Marzilli (Rfi), Francesco Favo (Rfi) e Alvaro Fumi (Rfi). Condannate la Gatx Rail Austria, Gatx Rail Germania, Officina Jungenthal e Trenitalia. Importanti anche le sanzioni stabilite dai giudici: 700 mila euro per Trenitalia e Rfi e 480 mila per le società tedesche. Riconosciute provvisionali, da 30 mila euro a 1 milione, per i familiari e le altre parti civili

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