Gli stranieri che mungono l’Inps: a nonno Ivan la pensione sociale

ROMA – Anche gli stranieri mungono l’Inps e qualche simpatico vecchietto può accedere alla estesa categoria di pensionato sociale. La Guardia di Finanza solo nel 2011 ha individuato 270 casi di pensioni sociali devolute a stranieri per sopravvivere in Italia, stranieri che appena ottenuta la pensione tornano nel paese d’origine. Il danno alle casse statali di 6,2 milioni di euro ed il meccanismo per assicurarsi la pensione sociale è semplice, mentre difficile è individuare la truffa in atto.

Accade ad esempio che la badante ucraina in Italia da tempo, in possesso di regolare contratto di lavoro e regolare permesso di soggiorno, possa richiedere la ricongiunzione familiare con i suoi genitori. Così un ipotetico nonno Ivan e consorte possono ricongiungersi all’amata figlia, ma giunti in Italia non hanno modo di mantenersi: è loro diritto allora richiedere una pensione sociale all’Inps.

La situazione appena descritta non presenta irregolarità, ma costituisce un diritto al sussidio per l’anziana coppia che ha abbandonato la terra natia, come spiega Vittorio Palmese, tenente colonnello della Finanza: “A termini di legge è sufficiente che il soggetto abbia compiuto 65 anni, risieda sul suolo italiano e non abbia un reddito sufficiente per vivere, pari a 6 mila euro l’anno”.

La truffa nasce quando l’anziana coppia di genitori fa ritorno in patria senza dichiararlo all’Inps, continuando così a ricevere la pensione sociale richiesta non appena messo piede sul suolo italiano. La guardia di Finanza spiega che smascherare la truffa non è semplice: “Bisogna fare controlli approfonditi verificando se una residenza non sia fittizia, controllando i vari visti sui passaporti, verificando le utenze e incrociando i dai, con poteri di polizia che magari altri enti dello Stato non hanno”.

I pensionati sociali stranieri sono solo una delle categorie che “regolarmente” truffano l’Inps, con milioni di euro ogni anno rubati alle casse dello Stato, come i falsi ciechi che guidano l’auto e i finti poveri che possiedono decine di immobili che la Guadia di Finanza ha individuato dal’inizio del 2011.

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