Stromboli, la fiction peggio del vulcano. Nel loro piccolo, anche a Roma…

Stromboli, l'incendio che ha devastato l'isola partito dal set. Gli isolani: la fiction peggio del vulcano. L'accelerante delle fiamme? Un misto di fretta e arroganza. Per capire cosa è basta imbattersi in un set di fiction o film in strada, ad esempio a Roma.

di Riccardo Galli
Pubblicato il 30 Maggio 2022 - 09:54 OLTRE 6 MESI FA
Stromboli, la fiction peggio del vulcano. Nel loro piccolo, anche a Roma...

Stromboli, la fiction peggio del vulcano. Nel loro piccolo, anche a Roma… (foto Ansa)

Stromboli, gran parte dell’isola bruciata e sfregiata dall’incendio partito dal set di una fiction, il cui nome è, con tragica ironia, quello di Protezione Civile. Gli isolani chiedono i danni, per ora stima a 50 milioni. I responsabili della casa di produzione della fiction affermano che avevano le autorizzazioni a simulare l’incendio boschivo e informalmente (in un’intervista) accennano, alludono a una qualche non copertura da parte dei vigili del fuoco che pure avevano pagato per essere lì. I Vigili del fuoco, sempre informalmente, lasciano trapelare che quelli della fiction hanno acceso il fuoco quando loro non c’erano. Di fatto è stato acceso un fuoco in condizioni sfavorevoli di vento (scirocco che lo alimenta), si è stati incapaci di contenerlo e si è data vita a qualcosa che è un po’ più di un incidente, sia pur grave, sul lavoro.

Premura e arroganza

Incidente è quando, nonostante tutte le precauzioni e in presenza e applicazione attenta di tutte le competenze, qualcosa va storto. Sul fatto non ci siano state sul campo tutte le competenze necessarie e non siano state adottate tutte le precauzioni ci sono al momento solo sospetti e accuse. Una cosa però è certa: c’era premura, fretta. I set e le produzioni hanno fretta, sempre. Allungare di un giorno o più i tempi delle riprese costa soldi, la produzione vive ogni ritardo come perdita di denaro. Quindi è spesso portata a non avere buone orecchie verso le ragioni del posticipare, anzi spesso non sente proprio ragioni. Quindi preme e spinge perché si vada avanti. Comunque e alla svelta. Qualcuno su quel set che doveva simulare incendio nel bosco ha detto: aspettiamo che cambi il vento? Qualcuno ha risposto: no, non c’è tempo da perdere? Fin qui la premura. Ma, purtroppo, non viaggia da sola. Talvolta ha come compagna di viaggio sul set l’arroganza. Professionale e civile.

Nel copione si legge…

Villette giorno…Marina apre gli occhi…orrore, la casa è circondata dalle fiamme. Fine 11° puntata. Si trattava di dare corpo a questa sceneggiatura, con un incendio vero appiccato ma tenuto circoscritto e sotto controllo. Una cosa non facile e non certo alla portata di personale non specializzato. La troupe fa partire l’incendio e subito non lo controlla più. Comunque possa essere definita dal punto di vista penale o amministrativo, vi è stata nel mettere mano ad arbusti, bosco e fuoco arroganza professionale. Ritenersi in qualche modo padroni e signori del bosco, pensare al bosco e all’isola come ad un set, ridurli alla condizione di set, territorio sotto signoria del set.

Arroganza civile.

Padroni e signori del set, quindi del bosco, quindi dell’isola, quindi del fuoco. Esagerato supporre sia in questo sentire l’origine, per così dire culturale, del disastro provocato e arrecato all’isola di Stromboli? Per misurare quanto sia non esagerato supporlo basta sperimentare il comportamento delle troupe quando la fiction o film che sia vengono girati nella città che ospita il maggior numero di riprese: Roma. Agli addetti e responsabili delle riprese vengono consegnati in uso di fatto esclusivo vie, piazze, marciapiedi, incroci. Vigili urbani finalmente numerosi e visibili vigilano che nulla e nessuno disturbi le riprese (supposizione maligna quanto fondata vuole la mobilitazione e moltiplicazione dei Vigili in loco sia favorita dal pagamento degli straordinari pagati appunto dalle produzioni delle fiction o film che siano). I Vigili vigilano ma sono le security delle produzioni a presidiare il territorio. Territorio che gestiscono come loro proprietà esclusiva, esclusiva sia pur temporanea. E lo fanno con manifesta intolleranza e insofferenza verso gli intrusi che fanno perdere tempo e soldi. E chi sono gli intrusi, gli abusivi in quelle strade e piazze che fanno perdere tempo e soldi alla produzione e vanno quindi messi in condizione di non nuocere? I cittadini che quelle piazze e strade abitano. Non devono rompere le scatole con pretese tipo quelle di tornare a casa o da casa uscire percorrendo le strade occupate dalla fiction o film che sia. Che aspettino o meglio che girino al largo. Oggi e forse anche domani la strada non è loro, è della troupe, dei suoi camion, delle sue attrezzature e dei suoi vigilantes. Che regolarmente si prendono un diritto che neanche le forze dell’ordine hanno così vasto e incondizionato: bloccare, vietare la circolazione dei cittadini. E lo fanno con arroganza, l’arroganza che viene dall’altrimenti perdiamo soldi, quindi abbiamo diritto…E’ questo che forse, e anche senza forse, ha acceso l’incontrollato fuoco di Stromboli: le fiamme alimentate dal potentissimo accelerante dell’arroganza incontinente.