Salerno, studentessa disabile violentata nei bagni dell’università

Le stampelle appoggiate al muro non lo hanno fermato; l’aggressore ha violentato la giovane disabile per quindici minuti, lasciandola sola e tra le lacrime. Ora tutti cercano l’uomo che con il suo gesto ha scosso gli studenti e i professori dell’università di Salerno.

La vittima è una giovane originaria di un piccolo comune della Piana del Sele, affetta dalla nascita da paraparesi spastica, una rara malattia del sistema nervoso che la costringe a camminare con le stampelle. Per questo aveva anche chiesto alla segreteria dell’università assistenza per gli spostamenti all’interno del campus di Fisciano, dove seguiva i corsi del primo anno della facoltà di Giurisprudenza. “Ma il servizio è stato concesso a mia figlia lo scorso anno solo per 15 giorni, e poi è stato interrotto senza alcuna comunicazione”, ha raccontato ai giornalisti la madre della giovane.

Era sola, quella mattina, a pochi metri dalla mensa. Il pullman che la doveva riportare a casa non era ancora arrivato, e così è andata in bagno, senza rendersi conto che un uomo, con il volto coperto da una sciarpa e con addosso un grosso cappotto blu scuro, jeans e scarpe da ginnastica, la seguiva. A questo punto, come ha raccontato la ragazza, “la porta si è aperta ed è entrato l’uomo che non mi ha dato nemmeno il tempo di chiedere aiuto. Con una mano mi ha tappato la bocca e con l’altra…”. La ragazza ha cercato di divincolarsi, ma non c’è stato niente da fare. “Mi sono sentita morire”, ha raccontato la giovane, che all’inizio non ha avuto il coraggio di confidare a nessuno il terribile episodio, forse per la vergogna e l’incubo di dover ripensare a quei lunghi minuti. E solo dopo tre settimane ha parlato con la madre e poi con i carabinieri.

Gli investigatori hanno cominciato la caccia all’aggressore, identificato dalla vittima come un italiano sui 30 anni. L’uomo potrebbe nascondersi sia negli ambienti universitari, sia nella cerchia di amicizie della studentessa.

La madre della vittima è sotto choc: “Chi ha rovinato mia figlia deve pagare. La nostra vita è diventata un inferno”. Molte compagne della ragazza hanno espresso solidarietà alla vittima, chiedendo al rettore Raimondo Pasquino più vigilanza e maggiore assistenza per gli studenti disabili. “Sono indignato”, ha detto Pasquino. “Mi preme però sottolineare che l’area in cui è avvenuta la violenza è gestita dalla società che gestisce i pullman”. Il rettore ha comunque assicurato che al più presto sarà riattivato il servizio di accompagnamento agli studenti disabili.

*Scuola di Giornalismo Luiss

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