RIMINI – Ora Guerling Butungu, considerato il capo brando dei violentatori di Rimini, nega tutto e azzarda una folle difesa: “Dopo essere stato a una festa in spiaggia, ho bevuto un drink e mezzo e mi sono addormentato”. “Quando mi sono svegliato – avrebbe quindi aggiunto il giovane congolese davanti al pm – ho incontrato dei ragazzi che mi hanno offerto di acquistare un orologio e un telefonino probabilmente rubati, e così ho fatto”. A poco sono servite le domande del pm: “Insisto, abbiamo camminato e non so nulla delle violenze. E poi come avrei potuto avere tre rapporti sessuali nel giro di un’ ora? E possibile che nessuno abbia visto nulla?”.
Ora Butungu, davanti al pm, fa il mansueto, come aveva già detto la poliziotta che lo ha arrestato. Fa il mansueto dopo aver mostrato una brutale ferocia quando ha brutalizzato, insieme ai tre compagni, una turista polacca, picchiato l’amico e violentato una trans peruviana.
Butungu nella notte tra sabato e domenica era sfuggito alle 2 di notte alla cattura, nel centro di Pesaro: circondato dagli agenti, che lo avevano intercettato in bicicletta all’altezza del parco Miralfiore, ha estratto un coltello. Anche se circondato, non si è arreso e si è gettato all’interno del parco, facendo perdere le sue tracce. Dunque è arrivato alla stazione di Pesaro, dove alle 5.20 ha preso un treno diretto a Nord ma qui è stato localizzato grazie al suo smartphone e poi fermato. Gli altri tre stupratori, tutti minorenni, si erano consegnati sabato.