Stupro Capodanno, la ragazza conosce il violentatore

Pubblicato il 5 Gennaio 2010 - 10:52 OLTRE 6 MESI FA

La ragazza che afferma di essere stata stuprata durante la notte di Capodanno al castello di Roccalvecce conosce il suo aggressore ma si rifiuta al momento di fare il nome e di sporgere una denuncia formale. Non vi preoccupate, me la vedo da sola» avrebbe detto la ragazza ai poliziotti allibiti.

Intanto gli agenti della mobile di Viterbo hanno interrogato l’organizzatore dell’evento e cinque giovani che hanno partecipato alla festa ed uno di loro avrebbe ammesso qualcosa: «L’ho accompagnata di sopra, era ubriaca  sono rimasto con lei, ho fatto qualcosa ma non l’ho stuprata».

La ragazza vittima dello stupro saprebbe insomma chi è il ragazzo che l’ha violentata ma si è rifiutata di denunciarlo. Si era presentata in ospedale il mattino del 1 gennaio dicendo di essere stata brutalizzata nel sonno: «Mi sono accorta di aver subito la violenza sessuale la mattina, dopo essere tornata a casa. Sono stata stuprata da uno o due uomini mentre ero semincoscente, stordita, credo a causa del troppo alcol bevuto. Ma ricordo che un gruppo di ragazzi mi ha portato su, in una stanza del Castello, ed uno è scappato quando mi sono svegliata e divincolata».

La giovane donna aveva portato con se gli slip con alcune tracce di liquido seminale ma, quando è stata convocata al commissariato Flaminio Nuovo, non ha voluto consegnarli. E, dopo essere stata ascoltata con la formula delle “sommarie informazioni”, ha rifiutato di sporgere una denuncia formale.

L’inchiesta della procura di Viterbo è scattata con un escamotage giudiziario che potrà reggere fino a un certo punto: quello della necessità di acquisire elementi di prova che potrebbero andare distrutti o dispersi. Per il reato di violenza sessuale, infatti si procede su denuncia a meno che non si tratti di uno stupro di gruppo, ipotesi che sembra esclusa per la vicenda di Roccalvecce. E intanto gli agenti della mobile di Viterbo, hanno ascoltato Diego Afan de Rivera Costaguti, figlio del proprietario del castello di Roccalvecce. Un interrogatorio di pura routine. In seguito è toccato ad altri giovani amici della vittima.

Sorpresi e increduli gli abitanti del Castello. Era la prima volta che il figlio del padrone di casa organizzava una festa di Capodanno, una festa privata non un mega veglione a pagamento con migliaia di persone. Un party tra intimi – gli amici del padre nel salotto al piano di sopra, quelli del figlio sotto non più di una quarantina – giovani della Roma bene, studenti universitari tutti sui venticinque anni, che si conoscono tutti, nessun imbucato, nessun fuori programma gradito. Musica, cena, chiacchiere, poi qualcuno si è fermato, altri sono tornati a Roma.

«Siamo tutti sconvolti, amareggiati, non riuscirò a dormire qui stasera – spiega Diego Afan de Rivera Costaguti – non sapevo nemmeno che ci fosse una festa nel Castello. Di quanto è accaduto mi hanno avvertito gli amici, che hanno visto il tg. A me nessuna autorità ancora mi ha avvisato».

Ed intanto anche amici e persone vicine alla famiglia cercano di ristabilire la verità dei fatti. Per esempio, sanno che non «è stato uno stupro di gruppo, nessun branco. Un ragazzo ha già ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con lei, mentre dormiva. E ha scagionato tutti gli altri».

«L’ho accompagnata di sopra, era ubriaca – avrebbe infatti raccontato il ragazzo agli amici – sono rimasto con lei, ho fatto qualcosa ma non l’ho stuprata».