Stupro sul barcone e nel Cpt di Lampedusa: fermato un tunisino

AGRIGENTO – Avrebbe abusato sessualmente di una donna durante la traversata dalla Tunisia a Lampedusa, e lo stupro si sarebbe ripetuto una seconda volta anche nel centro d'accoglienza dell'isola.

Un tunisino, ritenuto il capo dell'organizzazione che ha permesso il viaggio della speranza, e' stato fermato dalla squadra mobile di Agrigento con l'accusa di violenza sessuale e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Altri tre tunisini, tutti trentenni, sono invece indiziati solo di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Lo sbarco che ha costituito attivita' d'indagine per i poliziotti e' quello dello scorso 15 giugno, quando a Lampedusa, approdo' un'imbarcazione con a bordo 19 immigrati, fra cui 6 donne. Sull'imbarcazione c'era anche una pecora. I poliziotti hanno prima ricostruito che il natante non era partito dalla Libia, come avevano dichiarato i migranti, ma dalla Tunisia; poi hanno raccolto la denuncia della giovane tunisina. La donna ha riferito d'aver pagato mille euro per raggiungere l'Italia e d'essere stata violentata durante il viaggio.

La giovane, costretta a dichiararsi moglie del violentatore, una volta giunta nel centro d'accoglienza e' stata sistemata insieme all'uomo. Nel Cpt avrebbe subito un nuovo abuso. I quattro immigrati fermati, giunti ieri sera con il traghetto a Porto Empedocle, sono stati trasferiti al carcere Petrusa. Le sei donne di quello sbarco sono rimaste nell'ex base Loran, a Lampedusa.

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