Suicida dopo essersi finto donna: “gogna mediatica”? Le Iene: “Giusto seguire il caso”

Un fascicolo per istigazione al suicidio sul caso di Roberto, 64enne trovato morto domenica mattina, dopo aver ingerito volontariamente farmaci. L’uomo era finito al centro di un servizio della trasmissione di Mediaset Le Iene: tutto partiva dal caso di un giovane, Daniele, che si era a sua volta suicidato un anno fa, dopo aver appreso che quella che credeva essere la sua fidanzata, conosciuta online e con la quale si era scambiato circa 8mila messaggi per un anno, era in realtà il 64enne che si era preso gioco di lui.

La gogna mediatica

L’avvocato parla di “gogna mediatica” a cui Roberto era stato sottoposto. L’uomo, benché con il volto oscurato, era infatti riconoscibile nel servizio televisivo per la struttura fisica, per i tatuaggi e per il fatto che stesse spingendo una carrozzina dove si trovava la madre, che domenica mattina, in casa, lo ha trovato morto. I carabinieri hanno anche sequestrato una lettera che Roberto ha lasciato, dove ci sarebbero disposizioni di terapie e farmaci proprio per l’anziana madre, ma forse anche altro di più significativo per gli inquirenti.

La vicenda era emersa nei giorni scorsi quando i familiari di Daniele, un ragazzo di 24 anni che si è tolto la vita a Forlì dopo aver scoperto che la ragazza con la quale aveva intrapreso una relazione online, pur senza averla mai vista né sentita, in realtà non esisteva. Dietro all’identità di Irene (ma anche del fratello e di un’amica, anch’essi inesistenti, con dei profili social creati solo per dar maggiore credito alla storia) c’era proprio Roberto, che viveva in un paese a pochi chilometri, che domenica si è tolto la vita.

La risposta de Le Iene

“E’ una trageda nella tragedia che non solo non ci lascia indifferenti, ma ha colpito tutti noi. Prima di raccontare questa drammatica vicenda, ne abbiamo raccontate altre, molto simili, ma che fortunatamente non hanno avuto lo stesso epilogo. Il ‘catfishing’ è un fenomeno molto più ampio e pericoloso di quello che si può immaginare e le vittime sono sempre i soggetti più deboli, quelli che dovrebbero essere maggiormente tutelati. E la domanda è: attorno a questo problema stiamo vivendo un vuoto normativo? Abbiamo gli strumenti per proteggere le persone più a rischio? Nel nostro ordinamento è previsto il reato di sostituzione di persona, ma siamo sicuri che sia sufficiente? Nel frattempo apprendiamo dalla stampa che la procura di Forlì ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti sulla morte di Roberto. Sicuramente continueremo ad occuparci di ‘catfishing’, perché imparare a conoscere il problema è il primo passo per evitarlo”. Così alla trasmissione ‘Le Iene’ Matteo Viviani ha commentato il suicidio e le indagini.

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