Suicidi Equitalia. Maradona: “Li capisco, anche io sono perseguitato”

Diego Armando Maradona

NAPOLI – Anche Maradona interviene sui suicidi causati dalla crisi che si stanno verificando da nord a sud del Paese e chiede di fermare le tragedie. ”Nessuno piu’ di me puo’ sapere quello che si prova – fa sapere attraverso il suo avvocato Angelo Pisani, che lo rappresenta nella vertenza contro il fisco italiano da 40 milioni di euro – sono stato perseguitato per 25 anni”. Di recente il pibe de oro ha chiesto una conciliazione che, martedi’ mattina potrebbe addirittura vederlo di nuovo a Napoli.

L’ex campione argentino esprime solidarieta’ e vicinanza ai familiari di quelle che l’ex campione argentino definisce ”vittime del sistema Equitalia”, si dice preoccupato del clima e della confusione che vede in Italia e, rivolgendosi a Pietro Paganelli, l’uomo che ha tentato a Napoli il suicidio e che versa in condizioni critiche in ospedale, afferma: ”Chi piu’ di me sa cosa si prova a essere un perseguitato dalle istituzioni, che invece dovrebbero tutelare i cittadini onesti”.

”Ora l’opinione pubblica sa tutto, e’ piu’ vicina ai tartassati – dice ancora il pibe attraverso il suo legale – e alle vittime del fisco e delle banche. Io per 25 anni sono stato solo, abbandonato, perseguitato e considerato colpevole senza neanche essere giudicato dai giudici delle tasse. Mi hanno trattato come un criminale, violentando la mia dignita’ umana e la mia immagine sportiva”. Maradona, fa sapere ancora Pisani, ”non nega che negli anni bui della sua vita, e con la Finanza addosso ogni qualvolta tentasse di tornare in Italia, ha rischiato di fare gesti estremi per l’ossessione e disperazione provocate dall’ingiustizia subita”.

”Ho avuto la forza di resistere, – ricorda Maradona – ma io posso capire chi non ce la fa, so cosa si prova dentro. Oggi voglio vincere questa battaglia, soprattutto per le vittime di Equitalia. Io, anche se piu’ famoso di loro, l’ho pagata cara sulla mia pelle, senza avere nessuna colpa. Grazie al mio avvocato, che ha riaperto il caso per farmi finalmente giustizia; finalmente il mondo intero ha saputo che fin dal 1994 non esiste alcuna violazione fiscale addebitabile a me”.

Poi l’ex ct dell’Argentina si lascia andare a qualche recriminazione: ”Purtroppo c’e’ chi si vanta di avermi perseguitato ed espropriato dei miei beni, ma io do un ‘calcio’ anche a questa cartella falsa, che e’ una brutta pagina per la democrazia italiana. Spero che le istituzioni italiane salvino i cittadini e chiedano scusa anche all’Argentina”.

”Molti siti, strumentalmente, scrivono che Maradona pensava di suicidarsi ma Diego ha solo riferito che, per fortuna e forza, lui, non si e’ lasciato andare e non ha detto che si vuole o voleva suicidare, ne’ che la parola gesti estremi debba cosi’ essere interpreta”. E’ quanto fa sapere l’avvocato Angelo Pisani, legale di Diego Armando Maradona nella vertenza che vede il pibe de oro contrapposto al fisco italiano per una cartella da 40 milioni di euro.

”Diego ha voluto solo ribadire – ha aggiunto Pisani – che lui, piu’ di ogni altro, ha conosciuto la disperazione e l’ossessione per esser stato perseguitato e aggredito fisicamente con spoglio di orologio e orecchini per una cartella pazza”. ”Maradona ha solo voluto spiegare ai contribuenti che non vale la pena ferirsi o farsi del male per una cartella di Equitalia – prosegue l’avvocato Pisani – ma, anzi, che chi fa del male gratuitamente ai cittadini comunque sara’ punito secondo legge”.

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