ROMA – A Capocotta, tra Torvajanica e Ostia, la spiaggia dove fu ritrovato il cadavere di Wilma Montesi, spunta il villaggio abusivo.
“Cucinano di tutto – scrive Giulio Mancini del Messaggero – tra i cespugli usando vecchi fornelli a gas con il rischio di mandare a fuoco anche la Riserva NaturaleTra le dune sono state montate tende canadesi e verande: così si sono accampati da 10 giorni senzatetto e spacciatori”.
L’articolo completo:
Tende canadesi, verandine, teli stesi a asciugare, sistemazioni vista mare tra le dune di un sito di pregio naturalistico. L’occasione è d’oro e le tariffe strepitose: nulla è dovuto per il soggiorno. Benvenuti al ”Capocotta Camping”, villaggio estemporaneo sorto all’interno della macchia mediterranea di uno degli ultimi residui dell’originario sistema dunale del litorale laziale. Occupato quasi esclusivamente da tunisini, offre riposo a quanti durante il giorno sono impegnati in zona principalmente con occupazioni usuranti ma tutte rigorosamente abusive: parcheggiatori sulla litoranea, spacciatori di ”fumo” e anche gigolò per rapporti occasionali.
SITO PREGIATO L’accampamento è sorto una decina di giorni fa all’altezza del km 8,600 della via Litoranea ed è subito cresciuto a vista d’occhio. In quell’angolo di natura preziosissima sono state piantate una trentina di tende nascoste dalle dune e dalla vegetazione. Ci dorme una folta comunità di clandestini nordafricani che danno vita ad uno scenario desolante e di estrema preoccupazione, come sottolineano anche i gestori dei chioschi comunali di Capocotta. «I bagnanti devono assistere a spettacoli assolutamente indecorosi per una spiaggia da sempre caratterizzata dalla difesa della natura e dalla ecosostenibilità – dice uno di loro – mentre noi gestori dobbiamo sopportare che si facciano certi traffici al di fuori della legge».
L’AREA PROTETTA Arenile e dune di Capocotta fanno parte integrante dell’area a protezione integrale della Riserva Naturale Statale Litorale Romano. Insieme alla confinante spiaggia libera comunale di Castel Porziano sono inoltre Sito di Interesse Comunitario (SIC) e Zona a Protezione Speciale (ZPS). Ovviamente i concessionari hanno segnalato la situazione alle autorità e alle forze di polizia ma a quanto pare i tempi legati all’organizzazione di un eventuale blitz per lo sgombero degli abusivi non riescono a dare una risposta tempestiva al degrado sempre più crescente del villaggio. Gli stranieri cucinano indisturbati tra i cespugli con i loro fornelletti da campeggio che mettono così a rischio incendio una vegetazione ad alta combustibilità e a due passi dalla vasta tenuta della Presidenza della Repubblica. «Fanno i loro bisogni tra le dune e non si preoccupano neanche di raccogliere i rifiuti, che spargono ovunque – aggiunte un altro gestore dei chioschi – E’ un vero sfregio per Capocotta». IL BLITZ DEL 2013 Esattamente un anno fa uomini della Capitaneria di Porto insieme con i carabinieri fecero un blitz tra le dune di Capocotta. Nelle baracche e nelle tende allestite tra i rovi e usate come alloggi, i marinai trovarono persino decine di vaschette di pesce mal conservato, all’interno di contenitori frigo spenti. Degli occupanti, sorpresi nelle prime ore del mattino, ne vennero bloccati solo una decina, tutti nordafricani. Gli altri riuscirono a scappare lungo la spiaggia lasciando dietro di loro immondizia, danni e degrado.