Sulla tomba della madre per sfuggire al padre che la picchia

Sulla tomba della madre per sfuggire al padre che la picchia
Sulla tomba della madre per sfuggire al padre che la picchia

PADOVA – Fugge dal padre che la picchia andando a cercare rifugio nel cimitero, sulla tomba della madre. Salvata da un passante. E’ la storia di una ragazzina di 14 anni e di suo fratello di 13 anni, figli di un uomo di 42 anni che adesso è a processo con l’accusa di maltrattamenti su minori.

La madre dei ragazzini era morta nel luglio del 2015 di tumore, ma anche quando era malata, secondo l’accusa, il marito la picchiava, fino ad arrivare a spezzarle un bastone sulla schiena. Il 6 ottobre del 2015, racconta Marco Aldighieri sul Gazzettino, la figlia della coppia era riuscita a fuggire dal padre violento e aveva cercato rifugio nel cimitero in cui è sepolta la madre a Teolo, in provincia di Padova.

Un automobilista che passava di lì la vide:

“Stavo rientrando a casa dal lavoro al volante della mia auto, quando davanti a me ho visto correre sulla strada, malvestita e con solo i calzini ai piedi, una ragazzina. Piangeva e continuava a voltarsi per vedere se c’era qualcuno alle sue spalle. Mi sono fermato e ho chiesto alla ragazzina come avrei potuto aiutarla. Singhiozzando mi ha raccontato che stava fuggendo dal padre perché la pestava e voleva rifugiarsi sulla tomba della madre. Io non me la sono sentita di farla salire in macchina, ma ho chiamato i carabinieri e intanto l’ho seguita con lo sguardo mentre varcava la porta del cimitero”.

Pochi istanti dopo sul piazzale è arrivata un’auto, da cui sono scesi il padre e lo zio della ragazzina. L’hanno strappata dalla tomba della mamma e l’hanno caricata nell’auto, dove già c’era il fratellino. Ma in quel momento sono arrivati i carabinieri.

Scrive Aldighieri:

L’intervento dei militari ha liberato per sempre dal giogo del padre i due fratelli. In lacrime si sono gettati tra le braccia dei carabinieri. La ragazzina è stata poi accompagnata al pronto soccorso pediatrico, dove i medici le hanno riscontrato ecchimosi da percosse. Secondo l’accusa il 42enne ha pestato la moglie dal 2009 anche quando era sottoposta a duri cicli di chemioterapia. E poi giù botte ai figli che cercavano di difendere la loro mamma. Un inferno durato cinque anni dove le percosse erano quotidiane. Un giorno, sotto gli occhi dei ragazzini terrorizzati, l’uomo ha spaccato un bastone sulla schiena della moglie malata. Una scena terribile per i due adolescenti. E lui, il bruto, i suoi figli li ha anche più volte minacciati con frasi terribili come «State zitti o vi sotterro insieme a vostra madre».

(…) Il ragazzino di 13 anni a scuola aveva raccontato delle angherie del padre a uno o due insegnanti, ma non gli hanno creduto. E ieri in aula ha testimoniato pure la preside dell’istituto frequentato nel 2015 dal ragazzino. «I suoi racconti non sono stati presi per veri e io non ho presentato denuncia. La sorella poi non ha mai parlato con i professori del padre violento» si è giustificata. I due fratellini devono ringraziare quell’uomo di 45 anni che di ritorno dal lavoro si è fermato in auto per aiutare la ragazzina. Se non era per lui sarebbero ancora prigionieri del padre. La prossima udienza è stata fissata per il 7 novembre e in quell’occasione, in una struttura protetta, saranno ascoltati i due ragazzini.

Gestione cookie