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Susanna, la lucciola in bicicletta sulla Salaria a Roma: “Mi hanno rapinata e violentata”

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Susanna, la lucciola in bicicletta sulla Salaria a Roma: “Mi hanno rapinata e violentata”

ROMA – Susanna, la prostituta in bicicletta sulla Salaria, nota in tutta Roma, racconta una terribile esperienza a La Zanzara, programma di Radio24: “Un giovane rumeno mi ha rapinata e violentata. Mi ha tolto i soldi e il cellulare, mi ha scopato col preservativo. Mi ha riempito di cazzotti, ho la mano rotta e una costola fratturata. Ma sono già tornata a battere, lo faccio per i miei figli”.

Nel colloquio con Beppe Cruciani Susanna ha raccontato:

“E’ arrivato uno stronzo e aveva una faccia poco raccomandabile. E’ arrivato in motorino, come cliente, nella piazzola dove lavoro io sulla Salaria vicino a Sky. Mi ha chiesto quanto prendevo e se c’era una cosa su cui sdraiarsi. Gli ho detto che avevo solo la sedia e un tavolo. Quando mi sono girata mi ha dato un cazzotto dietro la schiena e mi ha buttato per terra. Voleva i soldi e anche divertirsi, prima però mi ha messo paura. Ero terrorizzata e ho cominciato a gridare ‘aiuto’, e a quel punto mi ha riempito la faccia di cazzotti, forti, mi ha spaccato il naso, la mandibola, la bocca. Mi ha spogliato nuda, mi ha buttato ancora per terra sui sassi, mi voleva baciare col naso insanguinato. Io gli dicevo: ‘per favore non mi uccidere, ho due figli, prenditi i soldi, fai il cazzo che ti pare’. Voleva ammazzarmi di botte, mi ha spaccato la mano, mi ha rotto un dito, mi ha fratturato una costola”.

A quel punto, dopo le botte, l’uomo è passato allo stupro:

“Poi mi ha scopato. A suo modo era tranquillo. Si è anche messo il preservativo. Mi ha girato, mi ha scopato, e poi mi ha preso i soldi, 300-400 euro, ma dei soldi non mi frega un cazzo. Mi ha messo le mani sulla gola, mi voleva strozzare. Quando ha finito si è tolto il profilattico, lo ha buttato per nasconderlo, aveva calcolato tutto perché non lo hanno trovato, ha preso i soldi e il cellulare, ma ha lasciato i documenti, le chiavi di casa e la scheda telefonica. Ha preso i lacci delle scarpe delle mie scarpe da ginnastica e mi ha legato forte i polsi all’ombrellone e le caviglie alla sedia. Ero nuda e mi ha detto: se urli ti ammazzo”.

Per Susanna è la prima volta che succede una cosa simile, e lei sulla Salaria lavora da ormai cinque anni:

“Ho tutti clienti perbene, che lavorano, gente normalissima, sposati, single, ma questo era un pezzo di merda, il primo pezzo di merda che è venuto qui a fare questo casino”.

Dopo la terribile esperienza Susanna è comunque tornata in strada, non prima, però, di aver fatto la denuncia alla polizia e di averlo riconosciuto:

“Certo, ho paura. Ho ancora lo choc, rifiuto alcuni clienti perché non mi fido. Però resto qui, questa è casa mia. Ho due figli e sono una donna sola. Come faccio? Prima facevo le pulizie, pagano pochissimo e poi ti licenziano. Sono piena di fratture, ma una mamma con due figli combatte il dolore e sorrido. Almeno porto due soldi a casa. Lo faccio per i figli. Ce la faccio a lavorare, nonostante le botte. Sono forte, una grande troia, sono fiera di dare soddisfazione. E comunque è successo a tutte le ragazze che fanno questa vita, almeno una volta, di essere menata”.

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