ROMA – Via libera del Senato al decreto svuota carceri che ora attende l’ok della Camera. Dal testo scompare la tanto discussa tassa sulle sigarette elettroniche, dalla quale erano attesi 35 milioni per “salvare” il personale dell’amministrazione penitenziaria. E’ questa la novità più importante introdotta dall’Aula del Senato al provvedimento del governo, così come era stato riveduto e corretto dalla commissione Giustizia di Palazzo Madama. L’emendamento, firmato dalla Commissione, e originariamente presentato dal senatore del Pd Felice Casson, è stato ritirato.
PER I RECIDIVI ‘SPECIFICI’ RESTANO LIMITAZIONI – I recidivi specifici infraquinquennali, cioè coloro che tornano a compiere lo stesso reato nel giro di 5 anni, continueranno ad avere vita dura. Per loro non ci sarà più alcun beneficio. La legge attualmente in vigore prevede infatti che questa categoria di detenuti non possa beneficiare ne’ della sospensione della pena, ne’ possa godere di benefici come gli arresti domiciliari, semiliberta’ e permessi premio. Il decreto del governo aveva tolto tutte queste limitazioni per trattare anche questo tipo di recidivi come tutti gli altri detenuti, ma ora l’Aula del Senato ha deciso di togliere queste modifiche ripristinando così quanto previsto dalla legge attuale.
NO BENEFICI PER STALKING E MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA – Dopo una complessa serie di ritocchi al testo del governo alla fine il Senato decide per impedire che possano avere benefici come la sospensione della pena chiunque (recidivo e non) commettera’ i reati di incendio boschivo, furto aggravato e in appartamento, stalking e maltrattamenti in famiglia.
CUSTODIA CAUTELARE SCATTA PER PENE NON INFERIORI A 5 ANNI – In Aula e’ stata confermata la modifica al ddl (introdotta in commissione dall’emendamento di Lucio Barani (Gal)) che fa scattare la custodia cautelare in carcere per i delitti per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni. La norma vigente parla di quattro anni.
NO AL ‘COMMISSARIO’ ‘IMMOBILIARISTA’ – Il Commissario per le Carceri non dovrà più occuparsi della ”destinazione e valorizzazione dei beni immobili penitenziari anche mediante acquisizione, cessione e permuta e forme di partenariato pubblico privato…”. Insomma la parte che faceva del Commissario per le carceri un ”agente immobiliarista”, per dirla con le parole dei 5 Stelle, è stata tolta dal testo.
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