ROMA – “Stava cercando di rimuovere la garza dalla mano di una bambina di sette mesi – scrive Andrea Ossino del Messaggero – ma quella semplice operazione si è trasformata in un disastro e un’infermiera del reparto di pediatria dell’ospedale San Camillo, Stefania Venditti, ha erroneamente tagliato il dito mignolo della piccola”.
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Per questo motivo, la donna, accusata di lesioni personali colpose, è stata condannata a un mese di carcere. Il giudice della decima sezione del tribunale di piazzale Clodio, nella sentenza, ha anche previsto che l’imputata, per il danno provocato alla bambina, risarcisca alla famiglia, in via provvisionale, 25 mila euro.
La storia inizia a marzo del 2012 quando la piccola viene portata d’urgenza dai genitori al pronto soccorso del policlinico Umberto I. Gloria (il nome è di fantasia) ha difficoltà a respirare e, dopo le visite, i medici le hanno diagnosticato una broncopolmonite. I sanitari hanno anche prescritto gli antibiotici e consigliato il ricovero. Ma l’ospedale non aveva posti liberi e allora il personale è riuscito a trovare un’altra struttura pronta ad accogliere la bambina. Ricoverata al San Camillo nel reparto di pediatria, Gloria è stata sottoposta a una cura antibiotica che le è stata somministrata per via endovenosa.
LA DINAMICA
Come da prassi, considerando l’età e i suoi continui movimenti, le è stato applicato un ancoraggio dell’ago, la flebo è stata fissata con l’aiuto di una garza elastica. Il 23 marzo però, Stefania Venditti, un’infermiera che da oltre vent’anni lavorava in diversi ospedali, ha notato che qualcosa nella fasciatura non andava. «La garza si era abbassata rispetto a come era stata inizialmente posizionata – ha testimoniato in aula – Ho ritenuto necessario dovere rimuovere la fasciatura». A quel punto ha provveduto a tagliare la garza con un paio di forbici. «Mi sono posizionata lateralmente – ha spiegato – anche se la mano non si vedeva, pensavo di essere in sicurezza, poi ho visto tutto quel sangue». Le forbici usate per la medicazione erano andate troppo oltre e avevano tagliato il quinto dito della mano della piccola, il mignolo, all’altezza della falange. «Non mi aspettavo di trovare il dito e adesso non passa un giorno senza che io pensi a quell’incidente – ha dichiarato affranta l’imputata – Un’infermiera lavora per aiutare la gente, non per tagliare le dita dei bambini». Dopo questo episodio Stefania Venditti ha anche aiutato a stilare un nuovo protocollo, interno all’ospedale, volto a cambiare i metodi di rimozione delle garze per garantire maggiore sicurezza ai pazienti.