MILANO, 23 DIC – Il pm di Milano, Paolo Filippini, titolare assieme al procuratore aggiunto Alfredo Robledo dell’ inchiesta che ha portato in carcere per corruzione l’ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo Franco Nicoli Cristiani, ha acquisito, da quanto si e’ saputo, alcuni documenti relativi al ‘Piano Cave’ delle Provincia di Cremona, che potrebbero essere utili alle indagini.
Nicoli Cristiani e’ finito in carcere a fine novembre perche’, secondo l’accusa, avrebbe intascato una tangente da 100 mila euro versata dall’imprenditore Pierluca Locatelli (che gli avrebbe promesso anche una seconda ‘tranche’ di altri 100 mila euro) per accelerare le autorizzazioni per la cava di Cappella Cantone, nel Cremonese, da trasformare in discarica di amianto.
Mentre l’inchiesta sul presunto traffico illecito di rifiuti e’ in corso a Brescia, gli inquirenti milanesi, che indagano sul ‘filone’ della corruzione, hanno sentito a verbale, nei giorni scorsi, l’imprenditore Locatelli (e’ in carcere), sua moglie (e’ agli arresti domiciliari), e il responsabile dell’Arpa Giuseppe Rotondaro (detenuto), che avrebbe fatto da intermediario per la mazzetta a Nicoli Cristiani.
Da quanto si e’ saputo, gli inquirenti starebbero cercando di capire se il quadro dell’ inchiesta e’ destinato ad allargarsi ad altri presunti episodi corruttivi. E nel fascicolo di indagine e’ entrato, dunque, anche il ‘Piano Cave’ della Provincia di Cremona stilato nel 2003, poi modificato negli anni fino al 2008 e approvato dal Consiglio Regionale (come prevede la normativa in materia).