Tangenti per appalti, arrestati a Roma cinque militari: avrebbero ricevuto mezzo milione di euro

Cinquecento mila euro: a tanto ammonterebbe il ‘tesoretto’ che, dal 2008 a oggi, sarebbe finito nelle tasche di cinque tra ufficiali e sottufficiali dell’Esercito usi, secondo i magistrati che li accusano, a chieder mazzette agli imprenditori. Un’inchiesta, quella condotta dalla procura di Roma, che ha portato all’arresto per concussione in concorso di due sottoufficiali e due ufficiali in servizio presso la base militare della Cecchignola.

Un provvedimento cautelare che segue l’arresto, avvenuto il 14 luglio scorso, del tenente colonnello Paolo Fanteria, 49 anni, colto in flagranza di reato mentre intascava una tangente di 5 mila euro dalle mani di un imprenditore.

L’indagine, partita alcuni mesi fa, è stata condotta dal pm Sergio Colaiocco e coordinata dal procuratore aggiunto, Alberto Caperna. Da tempo Fanteria era nel mirino degli investigatori che attendevano un suo passo falso per intervenire. Il passo falso è stato compiuto proprio il 14, quando l’ufficiale ha riscosso dalle mani dell’imprenditore la mazzetta da 5 mila euro.

La consegna del denaro è avvenuta nell’ufficio del tenente colonnello, all’interno della base della Cecchignola, dove si trova il comando dei supporti delle forze operative terrestri. Secondo gli inquirenti, l’ufficiale vessava da anni un imprenditore chiedendogli tangenti per ottenere appalti nelle forniture dei servizi.

Dopo l’arresto di Fanteria, i carabinieri del nucleo operativo oggi hanno concluso questa branca dell’inchiesta arrestando un tenente colonnello, un capitano e due sottufficiali, tutti in forza alla base della Cecchignola.

Tutti gli indagati, a diverso titolo, sono ritenuti responsabili di aver richiesto a piu’ imprenditori, che avevano preso parte alle gare d’appalto vendite dalla Difesa la consegna di denaro pari al 10-20% dei pagamenti ricevuti per l’esecuzione dei contratti di fornitura di beni e servizi.

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