ROMA – Seicentomila euro spartiti in egual misura tra l’ex senatore di Forza Italia, Luigi Grillo, il segretario Udc di Genova Sergio Cattozzo e il parlamentare Dc lombardo Gianstefano Frigerio, già coinvolto in Tangentopoli. Tutti e tre finiti in manette per l’inchiesta sugli appalti Expò. A tanto ammonterebbe, secondo l’accusa, la mazzetta pagata dall’imprenditore Enrico Maltauro per aggiudicarsi l’appalto da 98 milioni di euro della Sogin Spa, per la bonifica del sito di Saluggia. Più un’auto nuova per Cattozzo, pagata con un leasing intestato alla Maltauro Spa.
Il Corriere della Sera è andato a spulciare tra le carte dell’inchiesta. Secondo i pm, il trio avrebbe tentato di agganciale l’ad della Sogin, Riccardo Casale, considerato uomo del governatore ligure Claudio Lombardo, in cerca di una “sponsorizzazione”. Per questo si sarebbero rivolti a Primo Greganti, alias “Compagno G”, ex tesoriere Pci già protagonista dell’inchiesta Mani Pulite, e anche lui agli arresti.
Per questo Cattozzo, che aveva rapporti col tesoriere regionale del Pd Giovanni Battista Raggi, avrebbe contattato quest’ultimo chiedendogli di fargli da tramite per un incontro. Raggi, Casale e Burlando non risultano indagati.
Un video diffuso dagli investigatori di Milano, mostra il presunto passaggio di denaro tra il mediatore Sergio Cattozzo e l’imprenditore Enrico Maltauro.
A pagina 150 dell’ordinanza di custodia cautelare sono riportate le intercettazioni del 23 settembre 2013. Il Corriere riporta alcuni virgolettati:
Catozzo parla con Raggi: “Ma tu conosci Casale? Se vuoi approfondiamo un po’ il discorso, per capire… anche lui (Burlando) come intende muoversi”. Il tesoriere dei dem risponde: “Quello ben volentieri… intanto io dico… sto aspettando che mi dice Claudio quando mi dà l’appuntamento”. Ancora l’ex segretario dell’Udc: “Ecco… tieni conto che domani dico a lui (Greganti) di vedere Claudio per quelle cose, quelle nuove nomine”.
Conversazioni che non hanno alcun rilievo dal punto di vista penale ma che, secondo l’accusa, dimostrerebbero il giro di contatti messo in moto dalla “cupola degli appalti” per arrivare a Casale. Burlando, in merito alle intercettazioni, afferma:
“Casale, gli avrò parlato tre volte in vita mia, è un tecnico arrivato in Amiu con Marta Vincenzi e poi il governo lo ha messo in Sogin. Non ho particolari legami con lui, se non quelli che suo padre e mio padre erano colleghi di lavoro”.
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