Tangenti nell'area Falck: si indaga sull'acquisto della Serravalle

MONZA, 27 LUG – Rispunta la vicenda dell'acquisizione del 15 per cento delle quote della Milano Serravalle da parte della Provincia di Milano per far luce sui rapporti tra Filippo Penati e il gruppo Gavio. Vicenda su cui ora la Procura di Monza, titolare dell'inchiesta su un presunto giro di tangenti legate alle aree ex Falck e Marelli e alla gestione del Servizio Intergrato Trasporti Alto Milanese, e nella quale proprio Penati figura tra gli indagati, ha acceso un faro.

Oggi infatti, da quanto si e' saputo, il procuratore della Repubblica monzese Corrado Carnevali, ha preso contatti con il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo per chiedere gli atti dell'inchiesta sull'acquisto di quelle azioni avviata nel capoluogo lombardo dopo la denuncia dell'allora sindaco Gabriele Albertini: l'ex primo cittadino aveva ritenuto l'operazione non solo inutile ma anche onerosa in quanto Palazzo Isimbardi, nel 2005, aveva pagato 8,973 euro ogni quota che a Gavio era costata 2,9 euro permettendo cosi' al costruttore di 'guadagnare' 179 milioni di euro.

Lo spunto che ha convinto i pm di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia a chiedere le carte ai colleghi e' il filone di indagine nel quale e indagato Bruno Binasco, amministratore del gruppo Gavio: secondo la ricostruzione degli inquirenti, su richiesta di Penati, avrebbe ridato indietro all'imprenditore Piero Di Caterina circa 2 milioni di euro sotto forma di una finta caparra immobiliare, cifra relativa a mazzette che avrebbe versato nel tempo.

Come emerge anche da una e-mail inviata nel 2008 dall'imprenditore, titolare della Caronte, sia all'ex sindaco di Sesto San Giovanni sia a Binasco, i 2 milioni sarebbero stati parte di un somma ben piu' ampia che aveva ''versato a vario titolo attraverso dazioni di denaro a Filippo Penati'', a partire dal '99, e della quale aveva chiesto la restituzione.

In sostanza, visto l'episodio della caparra – che insieme ad un'altra restituzione di soldi a Di Caterina ha portato qualcuno a parlare di ''tangente con l'elastico'' – i pm hanno intenzione di capire se i soldi incassati, nell'operazione Serravalle, siano rimasti al gruppo Gavio, e quindi si sia trattato solo di un 'cattivo affare' per la Provincia di Milano, oppure se abbiano preso altre strade.

Intanto oggi Piero Collina presidente del Ccc, il Consorzio cooperative costruzioni di Bologna, dopo l'iscrizione nel registro degli indagati per concussione di uno dei suoi vice, Omer Degli Esposti, ha affermato la ''totale estraneita''' dello stesso Consorzio a qualsiasi reato ipotizzato.

Secondo l'altro grande accusatore di Penati, il costruttore Giuseppe Pasini – dopo l'acquisto dell'area Falck e la richiesta della maxi tangente con la condizione di coinvolgere, per le opere edili, le coop -, sarebbe stato invitato da Degli Esposti, nel 2002, ad assegnare due consulenze, per la Procura 'fantasma', da 2,4 milioni di euro totali ai professionisti legati al Ccc, Francesco Agnello e Giampaolo Salami, anche loro indagati.

Consulenze fatturate alle societa' dei due, la Aesse e la Fingest. Ora la magistratura e la Gdf stanno ricostruendo la vicenda, cercando di 'seguire' le tracce di quel denaro, per capire se si e' fermato sui conti dei due consulenti o e' finito, anche in parte, altrove. Degli Esposti ha pero' raccontato una vicenda diversa e ha smentito le dichiarazioni di Pasini.

Gestione cookie