Tangenti paratie lago di Como: quattro arresti

Tangenti paratie lago di Como: quattro arresti
Tangenti paratie lago di Como: quattro arresti

COMO – I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Gdf di Como hanno eseguito nella mattinata di mercoledì 1 giugno quattro provvedimenti cautelari emessi dal gip di Como nell’ambito delle indagini relative agli appalti per la costruzione delle paratie di contenimento del lungolago di Como, le cosiddette “Minimose”. Perquisizioni, sempre nella mattinata di mercoledì, nelle province di Como e Torino.

Al termine delle indagini coordinate dal pubblico ministero Pasquale Addesso, il gip ha emesso quattro ordinanze di custodia cautelare, delle quali due in carcere nei confronti di un dirigente del Comune di Como (per i reati di abuso in atti d’ufficio, turbativa nella scelta del contraente e corruzione), e di un architetto libero professionista comasco (per il reato di corruzione). Altri due indagati sono stati posti agli arresti domiciliari: si tratta di un altro dirigente del Comune di Como (per i reati di abuso in atti d’ufficio e turbativa nella scelta del contraente) e di un imprenditore edile della provincia (per il reato di turbata libertà degli incanti).

Spiega La Repubblica:

La vicenda riguarda il cantiere bloccato sul lago di Como e il recinto di legno e grate di ferro che copre il panorama. Una sistuazione che dal 2008, ha trasformato uno dei posti più suggestivi d’Italia in una passeggiata della vergogna, e che ha provocato la reazione dei cittadini. Tanto da partecipare in massa all’iniziativa della Provincia di Como che ha fatto stampare 110mila cartoline indirizzate al premier Matteo Renzi affinché arrivi una soluzione.

progetto di paratie mobili, è diventato operativo con la giunta di Stefano Bruni (Pdl) ed è stato ereditato nel 2012 da Mario Lucini, attuale sindaco Pd, gestito dalla Saicam, la stessa società coinvolta nell’inchiesta sul Mose di Venezia. Tra nuovi progetti e perizie bocciati da Anac e Sovrintendenza, i lavori che dovevano terminare nel 2011, dal 2011 sono bloccati. Con un’altra inchiesta della procura che ha indagato gli ultimi due sindaci.

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