Acquisto Serravalle, Penati. Sms, incontri segreti e frasi in codice: “Niente ciabatte né mutande”

MILANO – Sms , incontri segreti e telefonate dai contenuti ambigui che sembrano essere state fatte in codice. L’inchiesta e le intercettazioni che riguardano l’ex presidente della Provincia di Milano Filppo Penati continuano ad arricchirsi di dettagli. Tutto muove da una vicenda giudiziaria che sembrava chiusa ma che  si riapre improvvisamente mettendo ancora più  in difficoltà  Penati, già indagato per lo scandalo tangenti dell’area ex Falck.

Il nuovo tassello di inchiesta riguarda l’acquisto, da parte della Provincia di Milano, del 15% della Serravalle. Acquisto a un prezzo (oltre 8 euro ad azione) giudicato fuori mercato già nel corso della prima indagine milanese. Il tutto, però, sembrava destinato a concludersi con un’archiviazione dopo che, come riportano sul Corriere della Sera Giuseppe Guastella e Luigi Ferrarella, ” una perizia dei docenti universitari Mario Cattaneo e Gabriele Villa ritenne che, sebbene gli 8,831 euro pagati per azione dalla Provincia presieduta da Penati al Gruppo Gavio fossero fuori mercato, il prezzo era «ragionevole», «congruo» e frutto di «condizioni economicamente sostenibili» se lo si valutava nell’interesse dell’ente che aveva ottenuto la maggioranza della Serravalle”.

Ora, però, le carte di questo affare (le azioni erano del gruppo Gavio che a suo tempo le aveva pagate 6 euro l’una), sono finite alla procura di Monza, sulla scrivania dei pm Walter Mapelli e Franca Macchia, gli stessi che indagano sulle tangenti ex Falck. Già a giugno 2010, scrive il Corriere, per evitare una prescrizione di massa, mette ” in mora tutti i protagonisti dell’affare: Penati e gli 8 assessori che avevano firmato la delibera per l’acquisto, oltre al segretario generale e presidente dell’Asam (società della Provincia che aveva acquistato il pacchetto) Antonino Princiotta, al direttore centrale Giancarlo Saporito e al consigliere Asam Giordano Vimercati, gli ultimi due indagati a Monza come Penati”.

Telefonate in codice. E in quel momento, spiegano Guastella e Ferrarella, che tra i protagonisti della transizione si infittiscono i contatti. Spiega ancora il Corriere: “Telefonate e sms si fanno frenetici, il nervosismo sale sempre più per decidere la strategia difensiva, si fissano incontri riservati che vengono via via rimandati, registra la Guardia di Finanza di Milano che intercetta movimenti e comunicazioni. Penati chiede a Princiotta se «il pm è sempre lo stesso». Risposta: «Non c’è più Spataro (Domenico Spadaro, diventato nel frattempo presidente della Corte dei Conti dell’Alto Adige, ndr ) ed è la cosa migliore perché con quello non potevamo nemmeno parlare». Non è che possano sperare vada meglio con Evangelista, uno dei pm contabili più stimati. Secondo lui l’intera operazione Serravalle era in contrasto con le norme del Testo unico enti locali perché conclusa grazie a un finanziamento di Banca Intesa garantito da un pegno su tutte le azioni detenute dalla Provincia”.

Il fulcro dei contatti, spiega Ferrarella, sembra essere Bruno Binasco ad del Gruppo Gavio. A giugno 201o è a lui che arriva la telefonata di Penati sull’inchiesta. Dopo l’estate è il portavoce di Penati, Maggi, a chiedere e ottenere un incontro. Al telefono l’imprenditore è criptico: “Niente scarpe, niente ciabatte, niente mutande”. E’ lo stesso Penati a decrittarne il significato: “Oh la Madonna, nessun problema allora”.

Su Repubblica, invece, Davide Carlucci e  Sandro De Riccardis puntano invece sul gruppo Gavio e le Coop. Secondo i pm è possibile ipotizzare un giro di tangenti a Penati in cambio di appalti. Spiega Repubblica: “Ricorre il nome del gruppo Gavio, la cui sede è stata perquisita lunedì dalle Fiamme gialle a Tortona. Manager di punta è Bruno Binasco, indagato per finanziamento illecito ai partiti, e protagonista della finta compravendita che regala 2 milioni di euro – secondo i pm, la restituzione di una tangente – all’imprenditore Piero Di Caterina, il grande accusatore di Penati. Riconducibile al gruppo piemontese è Energia e territorio spa, che si occupa di “produzione software”. La società risulta tra i benefattori di Fare Metropoli, l’associazione di Penati per sostenere la sua campagna elettorale. Nel 2009 elargisce 25mila euro al candidato del centrosinistra. Gli investigatori vogliono capire se la generosità dei Gavio abbia a che fare con l’affare Serravalle o con altri progetti come la Tem, la tangenziale esterna di Milano, fortemente voluta da Penati malgrado le resistenze nella sua maggioranza: nella Tem convivono le coop e imprese come Itinera e Impregilo, entrambe nell’orbita del gruppo di Tortona”.

Gestione cookie